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Vecchio 10-04-2012, 02.21.52   #1537
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
L'arcicappellano fissò per qualche istante Talia.
I suoi occhi sembravano come voler scavare a fondo prima nello sguardo della ragazza, poi fin dentro il suo animo.
“I sogni” mormorò “hanno mille origini e significati... spesso, affermano i filosofi, sorgono dai nostri stati d'animo, dall'emozioni che abbiamo vissuto durante il giorno... sono dunque come barlumi di mille e più immagini e sensazioni che riceviamo da ciò che ci circonda... più raramente, come ci insegnano le Sacre Scritture, sono invece messaggi o simboli che raffigurano qualcosa di Superiore...” i suoi occhi furono attraversati da una sorta di bagliore “... ma ciò accade raramente, come detto... e se avessero ragione coloro che lo credono pazzo? Se fosse davvero pazzo lord Andros? Ossessionato da queste sue ossessioni, simili a fantasmi? Forse ciò che cerca neanche esiste... forse voi stessa per prima, in fondo al vostro animo, non credete a quei suoi sogni...”
All'improvviso si udirono delle grida e poi dai lamenti.
Provenivano dal fondo della navata, dove la luce era più incerta.
L'arcicappellano si alzò e fissò il semibuio della navata.
“Cosa cerchi?” Domandò l'arcicappellano.
“Non resisto, padre...” disperata una voce “... sento di non poter più resistere in quel luogo...”
“Non posso farci nulla.”
“Si, voi potete...” ansimando quella voce “... voi dovete aiutarmi...”
“Devi scontare la tua penitenza.”
“Non resisto, è troppo per me...”
“Non posso fare niente.”
“Datemi l'assoluzione...”
“Non posso...” con tono fermo l'arcicappellano “... devi prima scontare la pena...”
“Per quanto ancora?”
L'arcicappellano non rispose nulla.
Quella voce allora cominciò a gridare e a piangere, per poi sollevare le panche e gettarle contro i pilastri che scandivano la navata.
“Non ti servirà a nulla.” Disse l'arcicappellano. “Non puoi cambiare le cose.”
All'improvviso si udirono dei passi.
“No, non voglio...” fece la voce, come se avesse riconosciuto quei passi.
Talia sentì la presenza di qualcun altro.
D'un tratto qualcuno prese con forza colui che aveva parlato con l'arcicappellano e tra le sue grida disperate lo portò via.
La porta della cappella in quel momento si aprì di colpo e la luce proveniente da fuori invase l'interno, cominciando a dissolvere le ultime ombre di buio.
“Talia!” Chiamò Guisgard. “Talia dove sei?”
L'arcicappellano allora si voltò verso la ragazza e segnandola l'assolse dalle sue colpe.
In quel momento la penombra si dissolse definitivamente e Guisgard vide Talia.
“Eccomi...” avvicinandosi a lei e prendendo la sua mano “... sono qui...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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