Visualizza messaggio singolo
Vecchio 04-04-2012, 18.14.58   #1462
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Al soleggiare di una delle più luminose mattinate che quell’inizio di Primavera aveva lasciato fra le dolci colline di Sygma, davanti ad un ampio casolare, racchiuso da un muretto di mattoni color terra rossa, dal quale, austeri, salivano rigorosi cipressi, stava una giovane.
Seduta su una panca di legno, ingentilita dai petali che il fiorire della natura aveva sparso qua e la, con accanto un cestino coperto da un fazzoletto con l’orlo gigliato, la ragazza accomodava un paio di guanti dall’aristocratiche fattezze.
Di tanto in tanto, al passaggio di gruppi isolati di soldati, alzavo lo sguardo, come chi osserva senza però soffermarsi troppo su ciò che vede, forse in cerca di qualcosa, per poi tornare su quei guanti.
La lieve brezza che già preannunciava l’avvento del meriggio, scuoteva i gerani che ornavano il cancello d’ingresso, davanti al quale stava seduta la giovane.
Due figure apparvero allora sulla stradina e una delle due, guardando attraverso il cancello, si separò dalla prima per poi avvicinarsi all’ingresso del casolare.
E giunta a pochi passi dalla panca, quasi incurante di essere scoperta, la figura sollevò appena il basco, mostrando, accompagnato da un gemito, i suoi occhi chiari.
“Chymela, sono io…”
A quel sussurro, la giovane alzò subito lo sguardo e qualcosa sul suo bel viso tradì un sussulto.
“Perché sei giunto solo ora?” Alzandosi lei e andando incontro al soldato.
“Muoversi alla luce del giorno” rispose lui “non è come attraversare la notte… eppure, anche senza il favore delle ombre, niente poteva tenermi lontano da te…”
Si accorse di un’esitazione della giovane e subito prese allora la mano di lei.
“Mi pensavi, vero?” Sorridendo. “Mi aspettavi e mi pensavi… dimmi che è così… dimmelo, anima mia…”
“In verità…” mormorò lei “… temo che questo non sia più possibile… incontrarci qui, dico… mi avevi chiesto un ultimo incontro… un ultimo giorno, che poi invece sono diventati due, poi tre, fino a sette con oggi… io sfuggo all’occhio vigile della mia balia, alle domande indiscrete delle mie amiche, ai pettegolezzi della servitù… mi inquieto davanti ad uno sguardo di mio padre e tremo al pensare di dover rispondere a qualche domanda di mia madre su queste uscite mattutine… il tutto per venire qui, a cucire un paio di guanti che non terminerò mai…”
“Vuoi che vada via per sempre?” Fissandola negli occhi lui. “Lo vuoi davvero, Chymela? Dimmelo e sparirò… sparirò per sempre… preferisco consumarmi di dolore, che sentirmi in colpa per ciò che sei costretta a vivere per causa mia…”
“Torneresti a Capomazda?” Con un filo di voce lei.
“No…” scuotendo il capo lui “… lì si parla sempre di questa possibile guerra, dei due Gigli divisi su quello che si immagina come un unico stendardo… no, Capomazda mi sarebbe insopportabile… no, partirò…”
“E per dove?”
“Forse su una sconosciuta nave…” mormorò lui “… una nave che batte una bandiera rinnegata, con un equipaggio senza nome…”
“Un pirata dunque?” Fissandolo lei. “Un contrabbandiere…”
“Si!” Stringendo le sue mani lui. “Un ladro, un predone! Farebbe differenza? Tenterò di dimenticare il mio dolore con l’oro e con le donne… mille donne in mille notti diverse… amandole tutte dal tramonto all’alba, per mandarle vie prima dell’aurora… si, per evitare di vedere i loro volti e scoprire che nessuna di loro sei tu… così vivrò, consumandomi nel dolore e nella follia… questo mi ha dato Sygma… questo è costato innamorarmi di te…”
“Sei ingiusto…”
“No…”
“Sei crudele…”
“No, sono solo innamorato…” stringendo sempre più le mani di lei lui “… innamorato come nessuno mai prima d’ora…”
“Vattene ora…” sospirò lei “… vattene, ci sono soldati ovunque…”
“Solo una cosa, Chymela…” fece lui “… è vero? E’ vero che sposerai un marchese?”
“Vattene, Andros…”
“Dimmi che non mi ami…” penetrando ancor di più col suo sguardo in quello di lei “… dimmelo ed andrò via… per sempre…”


“Come facevi a saperlo?” Chiese Guisgard a Talia. “Come facevi a sapere l’esatta posizione di questa moneta?” Restò allora turbato, per poi perdersi nei suoi pensieri.
Fissava la ragazza e poi quella moneta.
“Talia…” mormorò “… Talia… ho paura… tutto questo mi fa paura… mi fa paura questa fabbrica che un momento è animata e un attimo dopo invece tutto tace… mi fanno paura queste tue visioni… ma soprattutto mi fa paura ciò che tu cominci a credere… dimmi… chi siamo? Dimmi i nostri nomi! Dimmeli ora!”
“Lord Andros! Lady Chymela!” All’improvviso una voce. “Vi cercavo da un bel po’! Perché siete venuti nella fabbrica?” Domandò il vecchio guardiano del Belvedere.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso