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Vecchio 03-04-2012, 20.39.21   #1431
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Questa è Sygma...” sussurrò Andros, spostando delicatamente il dito di Chymela sulla mappa “... e qui a Sud...” scendendo sul foglio “... qui c'è Capomazda...”
“Vuoi darmi lezioni di Geografia?” Sorridendo lei.
Lui annuì per sorridere con lei.
“Nel mezzo, quasi a dividerle...” riprese a dire lui “... vi sono le terre della Chiesa...”
“Divise dalla Chiesa...” fissandolo lei “... la più potente alleata dei Taddei è anche ciò che divide le nostre terre...”
“Solo ad occhi pochi attenti” sorridendo nuovamente lui “può sembrare un ostacolo...”
“E ai tuoi occhi, mio signore?” Domandò lei.
“Guarda la mappa...” accarezzando la mano di lei che aveva nella sua per guidarla su quella mappa “... Capomazda e Sygma non sono divise dalla Chiesa, ma unite... un'unione mistica... come un matrimonio fra queste due terre... attraverso la Chiesa si congiungono in un'eterna alleanza...”
“Per qualcuno” sussurrò Chymela “le nostre terre sono lontane... forse troppo...”
“Tu lo credi?”
“Dimmelo tu, allora...” fissandolo Chymela “... dimmelo tu ed io crederò a ciò che mi dirai...”
“Le nostre due terre...” stringendo ancora più forte la mano di lei lui “... sono molto più vicine di quanto si possa credere... perché hanno lo stesso destino... un medesimo destino racchiuso in un'antica profezia...”

“Un'altra visione?” Stupito Guisgard. “Non hai mai avuto tante visioni tutte insieme... forse questo luogo esercita qualcosa di strano su di te... forse dovresti riposare, Talia....”
Era deciso a riportarla nel Palazzo del Belvedere, ma poi, come sempre accadeva, restò a fissare i suoi occhi.
Erano occhi a cui era stato negato di ospitare la luce del giorno, a causa della cecità di Talia.
Ma in essi Guisgard aveva sempre visto una luce diversa, speciale, non meno intensa e potente di quella del Sole.
Una luce capace di illuminare e irradiare un mondo.
L'unico mondo in cui Guisgard sognava di essere il re.
E in quegli occhi il cavaliere vide la determinazione della ragazza e il suo desiderio di decifrare i misteri che avvolgevano quel luogo e forse le loro vite.
“Va bene, va bene, piccola...” disse, cercando di tranquillizzarla.
Cominciò allora a far scorrere la sua mano sul vestito di lei.
Accarezzava il velluto, poi la seta, la ciniglia e ad un tratto, all'altezza del fianco destro, avvertì qualcosa.
“Qui...” mormorò “... c'è qualcosa... come una doppia piegatura... e al tatto avverto qualcosa...” con le dita allora prese le due pieghe cucite l'una sull'altra e le strappò di quel tanto per liberare il contenuto che aveva avvertito “... è una scritta... ricamata con fili d'oro...”
Lesse allora a Talia quella scritta:

“Cerca quel fiore
nella chiara e calda aria del mattino.
Cercalo perché è giunta la stagione in cui fiorirà.
La stagione è la vita, la giovinezza quel fiore e l’Amore il suo frutto.”

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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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