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Vecchio 30-03-2012, 16.45.14   #1350
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
“Non ho sentito nulla...” mormorò Guisgard guardandosi intorno e prendendo la mano di Talia “... forse era solo il sibilo del vento...”
...
“Questo luogo” continuò lui “da un lato affascina col suo splendore e dall'altro, non so... sembra intriso di un che di misterioso...”
Annuii lentamente alle parole di Guisgard...
Misterioso, lo aveva definito... e misterioso lo era davvero quel luogo: mi sembrava di avvertire una sorta di insolita energia aleggiare intorno a noi, come se quel luogo fosse stato tanto intriso di vita che essa era rimasta come imprigionata tra le mura stesse di quella fabbrica...
Udivo delle voci... voci di donne e di uomini intorno a me... li sentivo bisbigliare, come se parlassero tra loro, e fui sul punto di dirlo a Guisgard ma mi trattenni appena in tempo: quello non era precisamente il genere di cosa che lo avrebbe fatto stare tranquillo, quello non era il genere di cosa che poteva affrontare a viso aperto... e così decisi di tenere per me quelle sensazioni, almeno finché non avessi capito meglio che cosa stava avvenendo lì e perché mai ci eravamo finiti, perché su una cosa aveva avuto ragione lui: niente accadeva per caso, e dunque non era certo un caso se ci trovavamo lì.
Ed intanto quelle voci continuavano a bisbigliare nelle mie orecchie... mi concentrai e tentai di cogliere il senso dei loro discorsi ma non ci riuscii, tanto parlavano piano...
Mi soffermai e mi concentrai ancora di più, ma non riuscivo a cogliere altro che qualche parola...

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Guisgard e Talia si aggiravano tra i telai e quelle meravigliose stoffe.
“E se rubassi una di queste stoffe?” Sussurrò lui all'orecchio di lei. “La più bella e più preziosa tra queste che ci circondano... e poi ne farei fare un meraviglioso vestito... molto più bello di quello che vedesti al ballo anni fa... ricordi nel palazzo del visconte? Lo rubai quella notte, posso benissimo farlo ancora...” sorrise “... tanto qui sono il padrone, a sentire il nostro pittoresco ospite.”
Quelle parole mi distrassero dalla mia meditazione... e mi voltai di scatto verso di lui.
“Si...” dissi lentamente “Ricordo... certo che lo ricordo!”

“Guisgard!” esclamai sorpresa, bloccandomi all’improvviso.
Lui strinse di più la mia mano...
“Non fermarti...” sussurrò “Non fermarti, ti prego... continuiamo a ballare!”
Ma io non badai alle sue parole, perché la mia attenzione era tutta per il suo volto, adesso... le nuvole si erano infatti diradate ed un intenso raggio di luce lunare era piovuto su di noi consentendomi, infine, di vederlo...
“Ma che cosa ti è successo?” mormorai allora, sollevando una mano a sfiorare la sua guancia vistosamente gonfia ed il labbro spaccato e sanguinante...
“Nulla!” rispose con un’alzata di spalle.
“Oh, Guisgard...” tentai di dire, ma lui mi bloccò... le sue mani strinsero le mie più forte, allora, e lui si fece un po’ più vicino... molto più vicino... sempre più vicino...
Poi, d’un tratto, una figura si erse di fronte a noi...
“Talia...” sentenziò allora la voce severa del Maestro “Torna al Tempio!”
“Maestro, io...”
“Torna al Tempio...” mi interruppe “E togliti immediatamente quel vestito rubato!”
I miei occhi scesero su quello splendido abito, poi si spostarono su Guisgard... esitai...
“Non è come pensi, Maestro...” mormorai, allora “Questo abito me lo avevano promesso... e comunque lo avrei restituito... te lo giuro!”
Gli occhi del Maestro erano fiammeggianti...
“Non ti ho chiesto spiegazione!” esclamò “Ne parleremo domani di quest’abito... ora obbediscimi: torna immediatamente al Tempio. Io voglio parlare con tuo fratello! Fyellon... portala via!”
Solo in quell’istante mi accorsi che dietro al Maestro dalla vegetazione era emerso anche Fyellon... non disse neanche una parola, ma afferrò il mio braccio e mi trascinò via... ed io di nuovo tornai a guardare Guisgard, immobile con quel labbro che continuava a sanguinare copiosamente...
“Lasciami, Fyellon!” sibilai “Lasciamo subito! ...Maestro, aspetta!” soggiunsi, con la voce che saliva gradualmente “Lasciami spiegare... Maestro, ti prego... Non è colpa sua! Non è colpa di Guisgard! Fyellon, lasciami, ho detto!”
Gli occhi azzurri del ragazzino si sollevarono di scatto su di me...
“Talia...” mormorò, scattando in avanti.
Ma il Maestro lo bloccò, afferrandolo per un braccio...
“Adesso basta!” ingiunse, con quella sua voce bassa e autoritaria “Basta! Da oggi, Guisgard, ci saranno nuove regole per te... da oggi ti allenerai di più e non lascerai mai il Casale senza il mio permesso! E non vedrai più tua sorella! Mai più! Non le parlerai più... fino al giorno della sua consacrazione! Non ti permetterò di distruggere il destino di tua sorella, hai capito? Non te lo permetterò!”
Mi mancò l’aria a quelle parole, mi tremarono le gambe...
Guisgard stava continuando a dibattersi e a tentare di liberarsi da quella salda presa, ma a quelle parole sollevò gli occhi sul Maestro, tremava di rabbia...
“Lei non è mia sorella!” urlò.
Quello che accadde dopo era ancora confuso nella mia mente... il Maestro lo aveva colpito, lo aveva colpito tanto forte da scagliarlo a terra...
“Andiamo, Talia!” aveva allora mormorato Fyellon al mio orecchio, quasi prendendomi di peso “Andiamo via ora!”
Avevo tentato di opporre resistenza, ma con scarsissimi risultati... e mentre Fyellon mi trascinava via, ricordavo solo di aver udito la voce del Maestro sentenziare: “Queste sono le mie regole e tu le seguirai, Guisgard, se vuoi continuare a vivere qui! Altrimenti... altrimenti te ne devi andare!”

Un brivido mi corse lungo la schiena a quel ricordo... chiusi gli occhi un momento...
“Lo ricordo benissimo quel vestito...” mormorai pianissimo, la voce improvvisamente cupa e carica di dolore “Ricordo tutto... l’abito, tu che suonavi, il nostro ballo improvvisato... e poi... poi il Maestro...” inspirai “Oh Guisgard... tutto quello che è accaduto dopo... è stata tutta colpa di quell’abito, di quella mia sciocca vanità... sciocca, inutile, dannata vanità!”
Chinai la testa e chiusi gli occhi... tremavo vistosamente.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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