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Vecchio 26-03-2012, 18.53.52   #1262
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Appena Talia pronunciò il nome di Lulù, la cagnetta si svegliò e come destatasi da un incantesimo corse via.
“Ci andremo…” sussurrò Guisgard “… ci andremo molto presto in quel borgo… e poi c’è la Casa delle Bifore…”
In quel momento un colpo di vento lambì una delle finestre.
Guisgard allora strinse a sé Talia con un braccio, mentre con l’altro sistemò un altro pezzo di legna sul fuoco.
“Così non sentirai freddo…” sorridendo alla ragazza.
Ma subito le parole di lei lo colpirono.
“Andros e Chymela?” Ripeté. “Ah, i nomi con cui ci chiama il vecchio guardiano… forse questo palazzo ti sta suggestionando? Dimmi… ti fa forse un po’ paura?”

“Sei pronta, Talia?”Domandò il maestro.
La ragazza annuì.
“Vado a prendere il carro…” fece lui “… ti aspetto, sbrigati.”
La ragazza allora corse a prendere la sua mantellina.
“Allora, hai deciso?” Chiese Guisgard. “Chi verrà con te?”
“Vuoi che lo chiediamo al maestro?” Domandò Fyellon.
“No, sceglierà lei.” Deciso Guisgard.
“Ecco, io…” titubante lei.
I due ragazzi la fissavano in attesa di un responso.
“Ecco...” alzando gli occhi Talia “… stavolta verrà… Nestos…”
“Come sarebbe?” Stupito Guisgard. “Ci sarà da aiutare il maestro e lui è troppo piccolo. Devi scegliere uno di noi.”
“Uffa…” sbuffò lei “… allora Fyellon…”
Guisgard restò colpito.
Talia chinò di nuovo lo sguardo.
“Ecco, io…” tentò di dire.
“Va bene.” Annuendo Guisgard.
E andò via con indifferenza.
I tre tornarono al Casale verso sera.
Il maestro corse dentro con Talia in braccio.
Guisgard non era al Casale.
Era fuori, verso il bosco.
Corsero a chiamarlo alcuni dei suoi fratelli.
Talia era stata morsa da un cane.
Ora aveva la febbre alta.
Guisgard corse al Casale, ma non riuscì a vedere Talia.
C’era il medico e non faceva entrare nessuno.
Corse allora dove erano gli altri fratelli.
“Fyellon…” fissandolo “… dov’eri? Dove, quando quel cane l’ha morsa?”
“Cosa diavolo vuoi?” Con sdegno l’altro.
“Se starà male” con rabbia Guisgard “io ti ucciderò!”
E i due vennero alle mani.
Giunse il maestro a dividerli.
“Se vi vedo ancora litigare” urlò “dopodomani nessuno di voi verrà con me a cercare il Cervo Bianco!”
Per i due aspiranti cavalieri nulla valeva più che cacciare il leggendario Cervo Bianco.
Giunse il nuovo giorno e solo verso sera la febbre scese e Talia cominciò a stare meglio.
Ma Guisgard sembrava scomparso.
Lo cercarono tutti, ma inutilmente.
Ritornò a notte fonda, con le mani sanguinanti.
Tutti gli andarono incontro.
“Dove sei stato, Guis?”
Non riuscì a rispondere: cadde privo di sensi, con la febbre alta.
Riprese conoscenza dopo tre giorni.
Trovò Talia accanto a sé.
“Guisgard, finalmente…” felice la ragazzina.
“Cosa…”
“Non sforzarti…” tranquillizzandolo lei “…hai avuto la febbre alta… sei uno sciocco… ho avuto tanta paura… sei tornato in paese per quel cane… sei uno sciocco, Guisgard...”
Lui si voltò dall’altra parte.
“Sciocco…” accasciandosi lei col volto sul petto di lui “… per questo non volevo che venissi in paese… capisci ora? Ti ho visto… ti ho visto in sogno, ferito alle mani… se ti avessi raccontato di quel sogno, tu non mi avresti creduta… tu non credi mai a ciò che vedo in sogno… sciocco, sciocco…” e alcune lacrime rigarono il suo viso “... ora non potrai andare col maestro a cacciare il Cervo Bianco... era la cosa più importante per te…”
“Tu…” prendendo la sua mano Guisgard “… tu sei la cosa più importante, Talia…”

Quel ricordo ritornò nella mente di Guisgard, come condotto dal vento che soffiava sul colle del Belvedere.
“Dimmi cosa hai visto…” sussurrò a Talia “… raccontami cosa ti hanno mostrato le tue visioni…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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