Chymela gli aveva gridato tutto il suo odio.
E l’aveva fatto con gli occhi carichi di vivo rancore.
Andros la fissava e in quel momento rivide i momenti trascorsi insieme, in quelle sere immersi nel silenzio e nell’incanto dei colli di Sigma…
“Sai perché molte persone non sono realmente felici?” Sussurrò a Chymela. “Perché non hanno mai trovato l’amore, quello vero…” prese la sua mano “… qualcuno neanche crede esista… altri invece lo ricercano per un breve tempo, poi, non trovandolo, finiscono con il convincersi che non esista… ma hanno davvero cercato ovunque? L’amore, recitano i bardi, è un privilegio e un dono reso senza merito… e come tutte le cose veramente importanti va cercato, trovato e conquistato…” le sorrise “… io allora cercherò dove nessuno è mai giunto… oserò avventurarmi alla luce del crepuscolo, quando la notte e i suoi sogni infrangono il giorno e le sue effimere certezze… quando il mondo si veste di immagini, colori e suoni differenti… quanto il tempo e la stessa vita si fermano e si annullano a vicenda… là cercherò Amore… e tutto questo mi darà il privilegio del bene più prezioso… l’eterno e dolce battito del tuo cuore…” e la baciò con passione.
Ma quelle parole di Chymela, gridate con tanto odio, lacerarono il cuore di Andros, rendendo lontani quei ricordi.
In quel momento giunse il re e la sua corte.
“Milord…” fissando Andros “… siete giunto in questa terra e in questo palazzo con l’inganno. Avete violato ogni degna regola di cortesia ed ospitalità. Avete peccato di slealtà e tradimento. Il tutto solo per spiarci!”
“Non sono una spia, maestà!” Si difese Andros.
“La legge di Sigma” fissandolo il re “impone la morte per simili reati. Ma non daremo il pretesto alle vostre armate di attaccarci. L’invasione di Sigma, se accadrà, resterà un atto di prepotenza.”
I soldati circondarono Andros.
“Il vostro compagno Guglielmo…” continuò il re “… sempre che questo sia il suo nome… si trova al confine del nostro regno… una carrozza scortata vi condurrà da lui… oltrepasserete le frontiere e non tornerete mai più indietro… siete esiliano da Sigma.”
“No lascerò questa terra!” Esclamò il Taddeide, dopo aver guardato, per un attimo, Chymela che era ancora accanto a lui.
Il re non rispose e fece un cenno ai suoi soldati.
Questi si avvicinarono ad Andros per condurlo via.
Lui però ebbe il tempo di sussurrare qualcosa all’orecchio di Chymela.
E prima che lo portassero via, si voltò di nuovo verso di lei.
“Non dimenticarlo mai, Chymela…” guardandola negli occhi “… mai…”
Guisgard si sedette ai piedi del camino ed adagiò contro il suo petto la schiena di Talia.
“Conosco un borgo” cominciò a sussurrale “quasi addormentato su un colle… di giorno pullula di gente, suoni e colori… verso il tardo meriggio poi comincia a vestirsi a festa… c’è sempre una festa lassù… e ogni festa dura fino a tarda notte… ma proprio quando tutto inizia a spegnersi che comincia qualcosa di magico… il borgo diventa silenzioso e le sue luci mutano in una sorta di alone incantato… allora, tutto in quel posto comincia a narrare… narrare di storie antiche, fatte di grandi amori, di viaggi meravigliosi e avventure senza fine… ma in tutto questo vi è poi il cuore di quel borgo… la Casa delle Bifore…”
I bagliori del fuoco cominciarono a danzare sul volto dei due.
Una scintilla raggiunse la pietra nuda e Guisgard la raccolse.
“Un poeta una volta” mostrando quella piccola scintilla a Talia “paragonò l’amore ad una piccola fiamma… capace di ardere per sempre, eppure da potersi tenere in una mano senza scottarsi mai…” soffiò via la scintilla e questa tornò nel fuoco del camino.