XIII Quadro: Il Fiore perduto e la Gioia smarrita
“<<E... lo vedete davvero?>> domandò, escludendo cioè ogni dubbio che quella fosse senz'altro un'allucinazione ingannevole e morbosa: <<vedete proprio una figura?>>
<<E' strano che insistiate su questo, quando vi ho già detto che la vedo,>> fece Stavrogin, tornando ad irritarsi ad ogni parola, <<s'intende, la vedo, la vedo, come vedo voi... e a volte, la vedo e non sono sicuro di vederla pur vedendola... e a volte non so che cosa sia verità: se io o lui... tutte assurdità. E voi non potete assolutamente supporre che sia proprio il demonio?>> aggiunse, mettendosi a ridere e passando in modo troppo brusco al tono canzonatorio; <<eppure sarebbe più in armonia con la vostra professione.
<<E' più probabile che sia una malattia, sebbene...>>
<<Sebbene cosa?>>
<<I demoni indubbiamente esistono, ma il modo di concepirli può essere molto diverso>>”
(Fedor Dostoevskij, I Demoni)
Talia avvertì quel capogiro.
Poi barcollò violentemente e fu sul punto di cadere a terra.
“Talia!” Avvicinandosi Guisgard e prendendola fra le braccia prima che la ragazza cadesse. “Cosa c’è? Ti senti male?”
Il vecchio guardiano restò per un attimo a fissare Guisgard, poi si alzò e prese dalla credenza una bottiglina di vetro.
Riempì con il contenuto di quella un piccolo calice di cristallo.
“Prendete, mia signora…” porgendo il calice a Talia.
“Grazie…” prendendo il calice Guisgard “… sorseggia piano, piccola…” facendole bere un po’ del contenuto.
“E’ un elisir molto forte…” spiegò il vecchio “… le passerà subito, milord… non preoccupatevi, sarà solo la stanchezza per il lungo viaggio…”
Guisgard annuì e poi fissò Talia, accarezzandole il volto e accomodandole una ciocca che era scesa sul suo bianco viso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 23-03-2012 alle ore 16.41.29.
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