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Vecchio 20-03-2012, 15.45.11   #5978
Chantal
Cittadino di Camelot
 
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Registrazione: 28-07-2011
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
A volte accade di..
passeggiare nei campi a raccogliere fiori quando,senza accorgermsene,appare la cappellina che custodisce la statua della Vergine.
Allora si china il capo con contrizione a contelpmarne il volto e lasciando che il tiepido e dorato alone che filtra attraverso il vetro cattedrale del chiostretto si posi sulle palpabre.
D'un tratto viene avverita una presenza accanto,ci si volta e un ragazzo,toltosi il berretto alla francese, posa ai piedi della statua un cesto di pane.
E domanda:"Credete ai miracoli,mia signora?"
"Certo!"
"Avvengono davvero,milady?"Con perplessità il ragazzo.
"Con la fede,audace garçon."Giunge la risposta senza esitazione.
"Vorreste volgere una preghiera con me affinchè questo pane possa essere benedetto?"Domanda caritatevole.
"E' già benedetto.E' fatto con amore."
Sta per andarsene quando si è volta di nuovo indietro.
"Avete perduto questo."Dice alla dama porgendole un bocciolo."E questo è per ringraziarvi della vostra preghiera,mia signora."Offrendo uno dei pani trattenuto dalla cesta.
Il fiore ed il pane..
"Conosco questo fiore."Gli accenna la dama."Dove lo hai trovato?"Domandondo con stupore.
"Non so.L'ho trovato nella cesta,come fosse sbocciato dal pane.."Replica il ragazzo e corre via.
Quel fiore,insieme al pane.
Chantal lo guarda e rammenta di un sogno..




Nella mattinata,coi favori del Sole primaverile,un cavaliere aveva raggiunto il palazzo Delle Rose domandando ospitalità.
Subito l'ancella si è diretta nelle stanze della dama per avvisarla, ma ivi ha trovato solo un catino con acqua di rose macerata e il letto non disfatto.
Ha oltrepassato,quindi,i giardini e,non avendovi trovato la dama a passeggiare,si è spinta fino al fiume.
"Vi ho cercata ovunque,mia signora."Le ha prontamente riferito l'ancella.
"Davvero?"Rispondendole con ammaliante sorriso la dama.
"Di buon mattino è giunto al palazzo un cavaliere."
La dama se ne stava in ginocchio a spazzolarsi lentamente i capelli bagnati,approfittando,infatti,del tepore della dolce aria di marzo,li aveva lavati nelle limpide e fresche acque del ruscello.
"Ha viaggiato a lungo costui?"Domanda la dama all'ancella circa il cavaliere.
"Si,mia signora.Egli giunge da molto lontano."La ragazza le risponde.
La dama,accomodandosi i capelli su una spalla e tamponandoli delicatamente con un panno di lino finissimo,invita l'ancella a chinarsi al suo fianco.
"Ecco."Le dice con candida serenità."Raccogli in grembo questi fiori.Che quel cavaliere prenda un bagno caldo e profumato.E gli venga offerta una coppa di nocciole al miele."Conclude porgendo una cesta di fiori appena colti alla fanciulla.
"Mia signora,"intervenendo l'ancella,"egli domanda di voi."
La dama,allora,si solleva lentamente,si accomoda la veste che fluttua con le sue impalpabili e bianche trine e adorna i capelli,appena un po' umidi e morbidamente ondulati ,con un nastro di seta color perla lucente.
"Conducimi al cavaliere,dunque."Accenna con voce sommessa la dama."Che non gli si neghi ciò che egli domanda."
La dama è condotta,così,al cospetto del cavaliere.



"Conosco il tuo nome,cavaliere.Esso non è celato al mio cuore."Accogliedolo la dama.
"Dama Chantal."Inchinandosi il cavaliere.
"Sei giunto fin qui,ramingo?"Domandando la dama.
"Non ho segreto alcuno per voi,mia signora,tuttavia,mi lusinga che abbiate rammentato chi sono."Indugiando in ginocchio il cavaliere.
La dama,poi, gli tende le mani,gliele posa sulle spalle e ,chinandosi anch'ella lievemente lo esorta a risollevarsi con lei.
"Ti prego,non negarni il tuo volto."gli dice sollevandogli con la punta delle dita il viso.
"E voi i vostri occhi,milady."Ammirandola il cavaliere."Ora comprendo quali essi siano e ciò che volevano narrare."Aggiunge turbato e commosso il cavaliere.
"L'eco del tuo nome ha sposato il mio cuore."Guardandolo la dama.
"Diafana è l'anima attraversata dal dolore."Asserisce il cavaliere.
"Credi ciò,guerriero?Eppure..il cuore è greve...Cosa ti spinse fino a me?"
"Un canto malinconico,mia signora.Un canto triste ma leggiadro che guida come luce nelle tenebre."
La dama,serena,poggia la sua mano sul cuore del cavaliere e gli esprime ciò che sente."Attraversasti quest'anima,cavaliere,brami raggiungerla ancora?"
"Dama Chantal,la guida del vostro sguardo nei miei occhi saprebbero tracciarmi qualunque via senza che io tema mai di smarrirmi."Risponde il cavaliere stringendole la mano.
"E' fredda la vostra mano,mia signora,ma caldo è il cuore che la muove."Aggiunge.
La dama indugia,lasciando che il cavaliere le stringa ancora la mano.
"So perchè giungesti,e non rinnego,ma il mio tempo è finito,cavaliere."Sussurra intristita la dama.
"Errate,mia signora."Con aria seria ma con raffinata grazia la riprende il cavaliere."C'è un tempo,dama Chantal,in cui ciò che è smarrito va ritrovato."
"E il tempo di custoidire?"Interrogandolo la dama."Qual'è il tempo per custodire?"
Il cavaliere le accenna un franco sorriso,posa nella mano della dama un fiore caro che ella riconosce,e stringelndo le dita della dama intorno al bocciolo perchè lo accolga e lo senta vicino al suo cuore le risponde:"C'è anche un tempo per custodire,mia signora,ed è giunto.."
"Un dono,cavaliere..Permettimi di farti un dono."Guardandolo negli occhi la dama."Cosa mi domandi?"Lo interroga mentre le sue dita sfiorano il fiore
"Ho già veduto ciò che più bramo,mia signora."Inchinandosi di nuovo il cavaliere.
"Per questa grazia,cavaliere,sia tu incoronato re di un mondo senza pari,che albeggi dei tuoi occhi e tuoni del tuo cuore."Accarezzando il volto del cavaliere la dama.
Ma proprio in quel momento giunge l'ancella ad offrire loro del pane.
Il cavaliere lo prende e lo spartisce.E su una metà incide un fiore,sull'altra le spine.


Intanto,qualcosa mi ha riportata a Camelot.Proprio un fiore.
Un giglio.
In un tempo non molto lontano fu raccolto un giglio e offerto con una preghiera alla Vergine Santa.
Mi è stato rammentato che non è più il tempo di indugiare,vengo,allora,a ringraziare per la preghiera sortita da quel giglio..

"Voi lo sapete,candidi gigli,che venite da lontano a vederla sognare tristemente,quando scende la sera.
Scivola un altro lungo petalo bianco,come una lacrima nuda.."
Recitano così i versi di una poesia che mi fu narrata tempo fa.
E lunghi petali bianchi ed immacolati hanno visto sgorgare il pianto di colei che sogna tristemente quando scende la sera.

Vorrei rendere omaggio per quel giglio che sboccia ogni giorno.
Vorrei donare in cambio di quuella preghiera questa poesia..e dire: grazie.

Mi fai spuntare le lacrime,fratello,
sento che non è allegra la vita.
Ecco una mela:io ne possiedo in più,
e una desidero donarla a te.
Non vi è nulla di speciale nel mio gesto:
e l'uno e l'atro possiamo gioire.
Solo,promettimi che i semi,
non li ighiotterai con avidità,
promettimelo,
adagiali,invece,nella terra
prima che io vada via.
E se poi cresce un melo
dentro il mio campicello
vieni a raccogliere i frutti:
è il tuo albero quello!

(Liberamente interpretata da "Aria del Dio della Felicità",di B.Brecht)

Desidero ora adornare i vasi della Corte con dei fiori freschi.

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