“Solo?” Voltandosi il vecchio verso Talia. “Oh, ma dimenticate che qui sono il guardiano, mia signora! Custodisco io il vostro palazzo quando la corte è a Capomazda.”
“Si, certo…” intervenne Guisgard “… però vedo che non avete richiesto altri servitori qui con voi…”
“Eppure vi ho cresciuto io, si può dire, mio signore!” Fermandosi di colpo il vecchio e fissando il cavaliere. “Dovreste conoscermi bene!”
“Si… ma certo…” tentennò Guisgard.
Strinse, per un istante, ancor più la mano di Talia.
“Volevo solo dire che…” continuò il cavaliere.
“Si, ho capito!” Lo interruppe il vecchio. “Come al solito siete in pena per me!”
“Si…” annuì Guisgard.
“Ma sapete bene che sono un vecchio testardo, mio signore” ridendo il vecchio “e ormai la mia età mi rende insensibile alla solitudine… ovvio che la vostra compagnia è particolare…” fissò poi Talia “… rammentate, milady il nostro arrivo a Sigma? Quando giungemmo al palazzo di vostro padre?” E rise nuovamente. “Eh, giungemmo in incognito, vero padrone?”
Guisgard sorrise incerto e strinse nuovamente la mano di Talia, come a volerla tranquillizzare.
“Andros!” Chiamò la Granduchessa madre. “Andros, sei ancora a letto? Su, svegliati! C’è qui una persona che devi conoscere!”
“O dormiglione!” Avanzando nel corridoio l’Arciduca padre. “Ancora a letto? A causa tua non ho potuto cavalcare, per paura che il nitrito del mio nuovo stallone basco potesse svegliarti!” E rise di gusto.
“Avanti, aspettiamo solo te!” Fece la madre. “Un viaggiatore è giunto a corte!”
“Si, rammento, rammento…” disse Guisgard “… ma volevo chiedervi…”
“Si, milord?”
“Lei è stanca” indicando Talia al vecchio “e vorrei che potesse darsi una rinfrescatina prima di cena…”
“Ma certo, che stolto che sono!” Esclamò il vecchio. “Vostra moglie deve solo chiedere e ogni suo desiderio verrà esaudito!” Fece loro cenno di seguirlo.
Giunsero così in una sfarzosa stanza, dai mobili intrisi di uno splendore antico e ritratti alle pareti di un romanticismo incantato.
Sete sfavillanti guarnivano il letto ed un tavolino al centro della stanza, sul quale si trovavano calici e ampolle di cristallo.
“Riposate pure, milady…” disse il vecchio “… la cena sarà servita quando sarete pronta…”
“Potete lasciarci per un momento?” Chiese Guisgard.
Il vecchio annuì.
“Riposati pure, Talia…” fissandola Guisgard appena rimasti soli “… io intanto cercherò di capire come stanno le cose qui… credo che non vi siano altri oltre noi tre in questo luogo… verrò a prenderti tra un po’…” e le baciò la fronte, per poi uscire.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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