La mano di Talia.
Bianca e delicata, tremante per l’agitazione ed incerta era tesa in avanti, smarrita ed impaurita.
Poi quella di Guisgard la strinse forte.
Non disse nulla, ma lui era lì, accanto a lei.
“Sheylon…” mormorò il cavaliere.
La sua unica preoccupazione era per Talia.
I cani sembravano sul punto di attaccare.
“Chi siete?” Gridò all’improvviso una voce.
E sulle scale davanti all’ingresso del palazzo apparve una sagoma.
Stava immobile a fissare i nuovi arrivati.
“Richiamate i vostri cani!” Disse Guisgard.
“E perché dovrei?” Chiese l’uomo che il riflesso del Sole celava nelle fattezze ai loro occhi. “I cani non vanno forse aizzati contro i ladri?”
“Come osate?” Ringhiò Guisgard. “Non siamo ladri!”
“E cosa cercate qui?”
“Cerchiamo…”
Ma prima che Guisard finisse di parlare, si accorse di un movimento inatteso di quell’uomo.
Un movimento che tradiva una profonda meraviglia.
Un attimo dopo richiamò i cani e scese di corsa verso i nuovi arrivati.
Era un uomo anziano ma di robusta costituzione.
Fissava come stravolto Guisgard.
Poi i suoi occhi si posarono su Talia e poi tornarono di nuovo sul volto del cavaliere.
“Finalmente…” mormorò “… quanto vi ho atteso…” e si inginocchiò in lacrime davanti a Guisgard.
Questi si voltò verso Talia e poi tornò a guardare il vecchio.
E lo stupore era forte sul volto del cavaliere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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