Cliens sorrise a quelle parole di Talia.
La zingara abbracciò suo fratello e fissò la ragazza a cui doveva la loro salvezza.
“Non mi interessa vostro fratello, milady.” Avvicinandosi l’uomo a Talia. “Anzi, dov’è ora? Se non fossi giunto io quegli zingari vi avrebbero di certo imbrogliato.” Prese il braccio della ragazza e la fissò compiaciuto.
Ma un attimo dopo una smorfia prese forma sul suo volto.
Lasciò subito il braccio di lei e lanciò un gemito di dolore.
“Toccate ancora mia sorella” mormorò Guisgard bloccando il braccio dell’uomo come a volerlo spezzare “e vi farò ingoiare tutto il letame che c’è a terra.”
“Io…” farfugliò Cliens “… io… non sapevo…”
“Prendete il vostro cavallo e andatevene.” Intimò Guisgard. “Intesi?”
L’uomo annuì.
Guisgard mollò la presa e Cliens cadde a terra tenendosi il braccio.
Ma un attimo dopo si alzò di scatto, portando la mano sul coltello che aveva fissato nel cinturone.
“Ora io…” ma non terminò nemmeno di parlare, che si ritrovò la lama di Guisgard a pochi centimetri dal suo volto.
“Ho ucciso per molto meno…” fissandolo il cavaliere “… basta solo uno sguardo alzato su mia sorella per farmi perdere il senno… andate via… è l’ultimo avvertimento…”
Cliens allora prese il suo cavallo, che nel frattempo lo stalliere aveva condotto davanti al portico, vi montò in sella e galoppò via.
Ci furono attimi di silenzio davanti alla locanda, fino a quando il locandiere si avvicinò a Guisgard.
“Per un pò quel tipo non si mostrerà in giro” disse “ma passata la paura assolderà qualcuno per venirvi a cercare.”
“Non temete siamo in partenza.” Fissandolo Guisgard. “Quanto vi devo?”
E pagato il locandiere, si fece poi portare i loro cavalli.
“Sei pronta per partire?” Avvicinandosi a Talia ed aiutandola a salire in sella a Luthien. “E non dimenticare la spilla che ti ha regalato quel tipo…” fissò allora con occhi cupi le tre spille ancora sul tavolo “… quale di queste aveva scelto mia sorella?” Domandò alla zingara.
“Questa, messere...” rispose, dando a Guisgard la spilla che raffigurava la margherita.
Lui la prese, la fissò per qualche istante e poi la mise nella mano di Talia.
Salì in sella al suo cavallo e si rivolse al locandiere:
“Per il Palazzo del Belvedere?”
“Salite il colle, milord…” rispose il locandiere “… ma badate che il vecchio custode è pazzo e non permette a nessuno di avvicinarsi…”
Guisgard ringraziò e partì insieme a Talia.
Appena furono fuori dal paese, Sheylon, al richiamo del suo padrone, raggiunse i due.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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