Le mani Talia sfiorarono il viso di Guisgard e questi sorrise.
Per un attimo quei suoi pensieri inquieti sembravano essere svaniti.
O forse il cavaliere aveva solo tentato di dimenticarli.
“Si…” sussurrò lui alla ragazza “… e devo ammettere che i tuoi dispetti di un tempo, quando ti divertivi a spostare i miei bersagli, hanno dato i loro frutti.”
Riprese la musica e tutti ricominciarono a danzare.
“Beh, visto che ho avuto un qualche merito nella tua elezione a reginetta di Primavera” disse Guisgard a Talia “credo di essermi meritato un ballo con la più bella.”
I due, così, ballarono per festeggiare la loro vittoria.
“Deve essere tutta per voi, messere?” Avvicinandosi uno dei pastori che li avevano ospitati al loro arrivo al villaggio. “Non merito un ballo anche io con la più bella?”
Guisgard sorrise e con un inchino passò la mano di Talia in quella del buon pastore.
“Ma solo perché potreste essere suo padre” scherzò il cavaliere “e perché vostra moglie vi tiene d’occhio!”
Restò così a fissare la ragazza mentre ballava col pastore, applaudita e salutata da tutti gli altri.
Una pastorella portò poi al cavaliere un boccale di birra.
“Grazie, amica mia!” Ridendo Guisgard.
Un sorso di quella birra e poi tornò a fissare le danze e a cercare Talia tra la folla.
Ma non riuscì più a vederla.
Tutti danzavano e cantavano ma lei era smarrita.
Lui cominciò allora a chiamarla e a guardarsi intorno, ma lei sembrava sparita.
Poi, vide due figure di spalle che si allontanavano.
Lui era biondo e lei aveva lunghi capelli chiari.
Camminavano mano nella mano.
Guisgard li riconobbe subito: era Fyellon che andava via con Talia.
Sgomento e poi rabbia si impossessarono di lui.
Lasciò cadere il boccale di birra e si lanciò dietro i due.
Comminava a spintoni tra la folla, con il viso contratto per l’ira e col cuore che batteva all’impazzata.
Cercava di farsi strada tra le danze e le risate della gente e sembrava non riuscire mai ad avvicinarsi ai due che andavano via.
Finalmente li raggiunse e prese per il braccio Fyellon.
“Non osare toccarla, bastardo!” Gridò.
“Che diavolo vuoi tu?” Voltandosi il pastore.
“Chi è questo, Peter?” Stupita la pastorella che era con lui.
Aveva preso un abbaglio.
Erano due innamorati e non Fyellon e Talia.
“Io…” mormorò Guisgard “… io… vi chiedo scusa, mi sono sbagliato… credevo… perdonatemi, vi prego…”
Ma proprio in quel momento si udirono dei rumori.
Un gruppo di cavalieri era giunto nel villaggio e sfoggiava un maestoso stendardo: era quello dell’Ordine della Luna Nascente.
“Che nessuno lasci la piazzetta!” Gridò uno di loro. “Stiamo cercando due fuggitivi! E chi li aiuterà a nascondersi sarà punito severamente! Sua Grazia il Vescovo ci ha concesso il diritto di vita e di morte su queste terre!”
Scoppiò il caos tra i presenti.
Talia si sentì allora smarrita, spintonata a destra e a sinistra dalla confusione generale.