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Vecchio 06-03-2012, 10.40.19   #1027
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Fui trascinata via... sentivo voci concitate intorno a me, grida, sospiri, invocazioni...
Non sapevo dove fossi... avevo perso l’orientamento da tempo, ormai. E la mano di Guisgard era scivolata via dalla mia...
“E’ una festa...” mormorai tra me, rammentando le sue parole “E’ solo una festa...”
Sospirai, dunque, profondamente e mi misi in ascolto: forse non vedevo, pensai, ma potevo contare su altri sensi...

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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Fu allora appesa una castagna ad un alta trave.
“Le castagne” spiegò uno dei pastori “sono doni che l’Inverno fa… uno dei suoi pochi doni… la fine della stagione delle castagne segna la vigilia della Primavera… bisogna che ogni cavaliere colpisca la castagna con una freccia… chi ci riuscirà permetterà alla propria dama di vincere!”
Tutti applaudirono.
“Oh...” mormorai, capendo finalmente ciò che stava accadendo.
Chiusi dunque gli occhi e mi concentrai... così avrei potuto ‘vedere’ meglio... vedere con la mente.
I primi a scagliare la freccia furono dei giovani pastori... molto giovani e molto poco abili con l’arco, almeno a giudicare dai loro tiri deboli e sprecisi.
Poi fu la volta di qualcuno un po’ più abile... dotato di un po’ più di forza, senza dubbio... la freccia, tuttavia, sibilò irregolare, come se avesse preso una pessima rotazione... segno di scarsa perizia, pensai tra me e me.
Infine tirò l’uomo con la voce arrogante... lo sentii vantarsi... e poi una ragazza, poco distante da me, gridò forte. L’uomo tirò l’arco con forza... con molta forza... decisamente troppa perché il tiro potesse risultare anche preciso. Ed appunto... seppi che l’avrebbe al massimo sfiorata prima ancora che avvenisse. Ed avvenne ciò che avevo immaginato... lo capii dal sottile rumore della castagna solo in parte colpita... poi il filo che sobbalzava e oscillava...
Urla, grida, ovazioni...
Sorrisi... pensando che di certo, da quelle parti, non dovevano aver visto molti buoni arcieri di recente: il Maestro avrebbe imposto ai suoi allievi almeno due settimane di punizione e di esercizi ininterrotti dopo un tiro come quello!
Ma la folla esultava e così anche io applaudii appena.
Infine udii un passo familiare... udii il rumore degli stivali sulla pedana di legno, mentre si sistemava saldamente su entrambe le gambe. Udii lo scricchiolare della corda mentre la tendeva appena, per testarne la resistenza. Udii il modo in cui la rilasciava subito, quasi con stizza, e sorrisi vagamente intuendo che quell’arco non doveva affatto essere di suo gusto. Poi pizzicò appena la corda, ancora una volta... lo sapevo... era il suo modo di lanciare, quello... lo stesso modo di lanciare del Maestro... ed infine incoccò la freccia e la tese.

“Impegno, dedizione ed esercizio! Questo è tutto ciò a cui devi pensare!” disse il Maestro, allontanandosi “Esercitati! Quando riuscirai a far centro al primo colpo, allora potrai dirti un arciere discreto!”
Il ragazzo osservò il cavaliere allontanarsi. Poi sistemò meglio nel terreno il ramo che fungeva da bersaglio, si allontanò di dieci passi e, incoccando una freccia, tornò a fronteggiarlo.
La prima freccia mancò il ramo piantato a terra di pochissimo e finì contro il tronco di un albero lì dietro. Guisgard la fissò con evidente disappunto per qualche momento... poi incoccò una seconda freccia, prese la mira e...
Stava proprio per lanciare quando si bloccò ed osservò meglio il ramo, che gli era sembrato essersi mosso.
Batté le palpebre un paio di volte, poi tese di nuovo la corda... ma di nuovo si bloccò ad un lieve movimento di quello... ed un vago sorriso gli sfiorò le labbra.
Ripose quindi la freccia e tornò verso il bersaglio... la vegetazione era fitta in quell’angolo di bosco oltre il lago: cespugli, arbusti...
Il ragazzo aggirò il suo bersaglio e si mise ad osservare là intorno...
Io, acquattata dietro un alto cespuglio di gelsomino, risi piano... lo vedevo cercare poco distante da me... ed appena si voltò dalla parte opposta, lasciai cadere il secco rametto che avevo usato per spostare il suo bersaglio e corsi via, ridendo.
Corremmo tra gli alberi, io fuggendo e lui inseguendomi... finché, ad un tratto, la sua mano si strinse intorno al mio polso ed entrambi cademmo a terra, rotolando e ridendo giù per il leggero declivio...
“Hai di nuovo mancato il bersaglio...” dissi infine, senza riuscire a smettere di ridere, quando il terreno tornò regolare “Temo che la tua mira non sia molto buona, mio povero arciere!”
“Beh... forse era il bersaglio ad essere imperfetto...” rispose, ridendo a sua volta.
“Oh, io credo che dovresti ringraziarmi, invece... chi altri ha la possibilità di esercitarsi su di un bersaglio mobile, dimmi?”

Quel lontano ricordo attraversò la mia mente in un lampo, lasciando dietro di sé l’eco di risa e felicità... ed, al suo ricordo, sorrisi.
Il silenzio nella piazza era denso... mi soffermai ad ascoltare il vento, sapendo che anche Guisgard lo stava ascoltando... un vento leggero che mi faceva volare appena i capelli e che, di certo, faceva oscillare quella castagna... un oscillazione leggera, tuttavia, regolare e dunque calcolabile...
Ci fu ancora un momento di immobilismo... poi uno schiocco, un sibilo e l’inconfondibile rumore della castagna che si spaccava...
Un gridolino di soddisfazione mi sfuggì dalle labbra senza che riuscissi a trattenerlo, risi poi e battei le mani... e nel silenzio generale la mia voce cristallina e gioiosa sovrastò ogni cosa... per un attimo... poi fu inghiottita dalle urla, dagli applausi e dalle grida dei pastori.

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Guisgard sorrise lievemente e passò oltre, fino a raggiungere Talia.
E mise tra i suoi capelli la Corona della Primavera, tra la gioia e gli applausi dei presenti.
Le mie dita sfiorarono per un istante quei fiori tra i miei capelli... erano vellutati e freschi... sorrisi.
Poi lentamente cercarono Guisgard di fronte a me e, trovandolo, si mossero delicatamente sulle sue guance e sulla bocca... anche lui stava sorridendo...
“Beh, devo ammettere...” mormorai piano, avvicinando il mio viso al suo “Che la tua mira è davvero molto migliorata!”
E sorrisi divertita.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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