Rimasi immobile con gli occhi spalancati mentre parlava, fissandolo... ero incapace di parlare, come se qualcosa di ingombrante mi si fosse incastrato in gola e mi tagliasse la parola.
Poi uscì... ed il rumore della porta che si richiudeva alle sue spalle mi fece sussultare.
“Testardo!” mormorai, sentendo il cuore sprofondarmi chissà dove.
I miei occhi ruotarono quindi su Sheylon, che stava strofinando la grossa testa contro la mia mano...
“Vuoi consolarmi, Sheylon?” domandai, ricambiando lentamente la carezza “O stai solo tentando di convincermi che ha ragione lui? Già... è così, vero? Tu sei d’accordo con lui! Con lui, con il Maestro, con i miei fratelli, con mio padre... Siete tutti uguali, in fondo!”
Mi voltai e feci qualche passo verso il letto... avevo un sapore amaro in bocca, un sapore che non riuscivo a scacciare...
“Sì, siete tutti dannatamente uguali!” sbottai, tornando a guardare la tigre “Tutti a decidere ciò che è giusto e ciò che è sconveniente. Ciò che è bene e ciò che non lo è. Tutti a dire ‘Talia, devi fare questo’ e ‘Talia non devi fare quello’... devi, non devi, puoi, non puoi... tutti! Tutti, Sheylon! Capisci? Tutti! Mentre nessuno si è mai neanche lontanamente degnato di chiedersi che cosa Talia voglia, che cosa desideri, che cosa sogni... A nessuno è mai interessato di domandarsi se Talia sia mai stata felice!”
Con un gesto stizzito della mano colpii la caraffa metallica dell’acqua poggiata sul basso tavolino e la feci volare a terra, con un fragore assordante... mi appoggiai quindi al tavolo e respirai profondamente, tentando di riacquistare il controllo...
“Beh, c’è una novità...” mormorai dopo qualche momento “Talia è stufa ormai! Maledettamente stufa!”
Passarono molti minuti prima che mi decidessi a scendere... avevo vagliato ogni singola possibilità, avevo persino accarezzato l’idea di fuggire... ma fuggire verso dove? E poi... tentare di sfuggire a Guisgard tra le vie del paese in sella a Luthien era pura follia...
No, probabilmente conveniva tentare di assecondarlo, mi dissi.
Sospirai, infine, e mi decisi a scendere a scala.
Attraversai la locanda con Sheylon alle calcagna e senza guardarmi intorno, uscii in strada e mi diressi con passo marziale verso Luthien.
“Sai...” mormorai a Guisgard, ma senza guardarlo, accarezzando appena la cavallina di un delicato grigio perla “Puoi raccontare a te stesso che il Casale sia il luogo più sicuro del mondo, ma questa è solo una favola... un modo per permettere a te stesso di stare tranquillo, e lo sai! Una volta...” proseguii, con un piccolo sospiro “Una volta conoscevo un ragazzino speciale, un ragazzino coraggioso e capace di qualsiasi cosa... beh, lui sosteneva che nessun luogo al mondo poteva essere sicuro se lui non era con me! ...Mi manca quel ragazzino. Mi manca il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere, quella sua voglia di condividere con me ogni cosa ed ogni momento... non aveva mai paura, lui. E neanche io avevo mai paura quando lui era con me!”
Sollevai gli occhi su Guisgard per un istante... desideravo ferirlo con lo sguardo più glaciale che possedevo, ma non ci riuscii... tutto ciò che riuscii a gettargli in faccia, dunque, fu soltanto paura, rabbia, infelicità...
“E comunque...” proruppi, quasi gridando “Conosco la strada, non c’è bisogno che mi accompagni in nessun posto!”
Scossi le briglie e partii al galoppo.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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