Guisgard stava lì, sveglio.
La fissava e quando Talia, dopo essersi svegliata, lo guardò, lui le sorrise.
La luce del nuovo giorno entrava dalla finestra e diffondeva un leggero alone dorato in tutta la stanza, mentre da fuori si udiva il gioioso canto degli uccelli e i primi segni di risveglio del paese.
Sheylon era ai piedi del letto ed il suo pesante respiro tradiva il sonno in cui era abbandonata.
Guisgard respirò forte, gonfiando il petto e chiudendo gli occhi.
Poi di nuovo il suo braccio cinse Talia.
Avvertiva solo un leggero mal di testa, a causa dei vino della sera precedente, ma si sentiva sereno.
“Che profumino sale da sotto!” Esclamò. “Pane bianco, latte caldo! Ti va di fare colazione? Ah, già, dimenticavo!” Sorridendo. “Frutta fresca per te! Ricordi quando scendevo nel giardino del Casale a raccoglierne per la tua colazione? E quella volta che caddi dall’albero? Mi sembra ancora di sentire le grida del maestro!” E rise.
Sheylon aprì gli occhi e sbadigliò.
“Vado a prendere qualcosa da mangiare…” disse alla ragazza “… se mi aspetti qui, faremo colazione a letto, come fanno i gran signori!” Le diede un bacio sulla fronte e saltò giù dal letto. “Attendete qui, milady…” mostrando un vistoso inchino “… e vi delizierò con magnifiche leccornie! Pernici di Francia, grano tostato alla maniera dei Turchi, crema e marmellate di Provenza e un cesto di frutta fresca di stagione!” Le fece l’occhiolino. “Ovviamente, ci vorrà un tocco di fantasia, mia signora. Un po’ di immaginazione e del pane appena sfornato, accompagnato da latte caldo e un po’ di frutta, vedrete, si muteranno in tutte quelle cose che vi ho elencato.”
Si voltò allora verso la tigre che lo fissava incuriosita.
“Ora prenderò il mio bel destriero” continuò lui “e volerò nelle dispense imperiali per prendere la vostra colazione, milady!” Fissò di nuovo Talia e rise. “Poi, al mio ritorno, mi racconterai ciò che hai sognato. Andiamo, Sheylon!” Guardando la sua tigre. “Vediamo se sono rimasti alcuni avanzi di quegli zingari per la tua colazione!” E ridendo uscì dalla stanza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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