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Vecchio 18-02-2012, 03.34.35   #817
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard vedeva distese sterminate, attraversate da strade larghe e battute dal Sole, immerse in regioni selvagge e sconfinate.
Ora gli apparivano conosciute, famigliari, un momento dopo, invece, ignote e misteriose.
Forse le aveva viste da piccolo col maestro, quando si recavano in paese o forse quando il vecchio cavaliere seguiva le tracce del cervo bianco.
Un attimo dopo, poi, gli sembravano eteree e incantate, simili ai paesaggi illustrati nei libri cavallereschi.
Camminava in quei luoghi avvertendo un’indefinibile leggerezza nel suo animo.
C’era gente che attraversava quei posti.
Un momento erano stanchi per la guerra, un attimo dopo felici e spensierati a festeggiarne la fine.
Poi, finalmente, verso il tardo meriggio, mentre sulla campagna irrompevano gli ultimi bagliori purpurei del tramonto morente, la sua anima si acquietò e tutto attorno a sé si fece più definito e costante.
Poi sedette ad una ricca e allegra tavolata.
Gli offrivano pietanze e vini prelibati, con una dolce musica che allietava l’atmosfera.
Sedeva presso una spaziosa staccionata, dalla quale si poteva abbracciare con un colpo d’occhio tutta la campagna, fino a quando questa mutava nel verdeggiante bosco.
E lontano, immersa nel cuore del bosco, gli apparve una ricca residenza dai colori pastello sui quali andava a spegnersi l’ultimo Sole del giorno.
“Quell’uomo non esce mai dalla sua dimora.” Disse qualcuno a tavola.
“Però è molto ospitale.” Fece un altro.
“E’ gentile di animo oppure è così perché l’ha visto davvero?”
“Allora voi ci credete?” Stupito un altro dei commensali. “Credete davvero che abbia visto quel tesoro di cui parla spesso?”
“Non è mica un tesoro vero! Uno scrigno con monete e gioielli!”
“E’ infinitamente più prezioso! Perché può realizzare il sogno più grande!”
“Qual è il vostro sogno più grande?” Chiese uno a tutti loro.
“Avete visto?” Entusiasta un altro. “C’è l’uva! Anche se non è stagione! E sembra anche buona!”
In quel momento Guisgard si accorse che quella staccionata gli era familiare.
Si voltò e vide il dondolo sospinto dal vento.
E su quel dondolo c’era una figura.
La riconobbe, era Talia.
Allora si alzò e lasciò la tavola e gli altri commensali, per poi andare verso la ragazza.
Lei guardava verso la campagna, lasciandosi dondolare dal vento.
I lunghi capelli le coprivano le spalle ed una camicetta sottile, di un pallido colore, le disegnava con grazia ogni forma.
“Perché non mi hai detto di essere qui da sola?” Fissandola lui. “Sarei giunto prima a farti compagnia.”
Sperava di esserle mancato.
Sperava, anzi desiderava, che fosse lì per lui.
E fu sul punto di chiederglielo.
Ma poi non lo fece.

Guisgard aprì gli occhi.
Dalla finestra si facevano sempre più vivi i primi raggi dell’alba.
Una luce fresca e vivace giunse a danzare prima sul viso, poi sul petto del cavaliere.
Il respiro di Talia sfiorava il suo collo e i suoi lunghi capelli scendevano come una carezza sulla pelle di lui.
Lei aveva la testa quasi sul suo cuore ed una mano della ragazza gli carezzava il petto.
Talia era ancora addormentata e Guisgard restò a fissarla per tutto il tempo, mentre l’albeggiare si bagnava e si specchiava su di lei, come un bagno di luce dai riflessi dorati, capace di lavare via ogni tristezza e paura.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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