Nigros portò così via Daniel da quella stanza.
Il medico si assicurò di chiudere bene la porta, custodendo poi la chiave in una tasca.
E all’apprendista mago non sfuggì quel gesto: ora sapeva dove l’uomo l’aveva conservata.
“Vieni con me…” disse poi al ragazzo.
Lo portò allora in una sorta di stanza sotterranea, simile ad un laboratorio di alchimia.
Pozioni, filtri e soluzioni colorate bollivano in fiale, boccette e ampolle di varie forme e dimensioni.
“Ecco, questo è un po’ il mio regno…” orgoglioso il dottore “… qui mi estraneo dal mondo e ne ricerco i segreti.”
Oggetti strani, sconosciuti e inquietanti si trovavano in quel luogo.
Animali mummificati, pelli di vari rettili inchiodate alle pareti, corni e ossi di belve sconosciute e persino quattro teschi umani.
Simboli e segni di enigmatico significato erano incisi su pergamene e copertine di codici.
“Questo è il covo del mio sapere, ragazzo mio…” mostrando quelle cose a Daniel “… avanti, non essere timido… chiedi pure ciò che vuoi… cosa vuoi sapere? Dei miti antichi? Dei popoli d’Asia? O delle diverse religioni che sono diffuse al mondo? Sai che in Oriente gli uomini possono attraversare corpi solidi? E anche piegare oggetti di metallo?” Rise. “Il sapere è tutto, ragazzo mio… vivere in un luogo ed ignorarne le fattezze, la storia e i suoi significati nascosti, beh, è come non vivere affatto!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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