Isolde fissò Elisabeth ed accennò solo un sorriso.
“Chiunque voi siate, milady…” con tono amichevole “… vi do il benvenuto a Tylesia.”
“La nostra dama” fece la regina guardando Isolde “parla di grandi verità. Verità che a suo dire noi ignoriamo e che presto, invece, ci verranno mostrate con nostro danno.”
“Io credo, vostra maestà, che ella mal conosca i nostri costumi.” Rispose Isolde. “In verità non credo di aver compreso il senso delle sue parole…” si voltò di nuovo verso Elisabeth “… forse ha perduto qualcuno di caro… e per questo, posso immaginare, abbia smarrito il senno… è abbigliata in maniera discutibile ed anche i suoi modi tradiscono origini non certo aristocratiche… ma non credo meriti biasimo… forse, invece, solo pena…”
“Maestà…” facendo un passo avanti Reas “… lady Elisabeth è ancora scossa per la tragedia del naufragio…”
“Naufragio?” Ripeté Isolde. “Ella è giunta navigando il Calars?”
“Si, milady.” Annuì Reas.
“Ma ciò è impossibile!” Esclamò Isolde. “Nessuno può giungere qui risalendo il Calars! Esso è il confine tra Tylesia ed il resto del mondo!”
“Eppure è così.”
“E’ ciò che vi ha detto lei, capitano!” Fissandolo Isolde.
“Si ed io le credo.”
“Le donne sanno confondere gli uomini, capitano…”
“Cosa avete da dire per discolparvi?” Domandò la regina ad Elisabeth.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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