Cittadino di Camelot
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“Io…” mormorò…” io sono… sono il padrone di casa… e lei è mia moglie…” indicando Chantal.
Il soldato fissò la ragazza.
“E’ così, milady?” Domandò a Chantal.
Chantal guardò imperterrita prima il fuggiasco,poi portò gli occhi sulle guardie.
“E’ così, milady?” ..“E’ così, milady?” .....“E’ così, milady?” .....
Quella domanda si infrangeva come un'eco sulle frastagliate scoscese della sua ragione.
Esitò molto a lungo prima di rispondere,come a voler raccogliere tutte le forze nella sua voce.
In realtà,la verità era tutto ciò che avrebbe dovuto dire,e la verità era che quei fuggischi si erano insinuati in casa,avevano tenuto in ostaggio le donne,e chissà per quanto ancora le avrebbero minacciate.
Nei suoi pensieri si accavallarono molte risposte a quella domanda.
“E’ così, milady?"
Ancora le risuonavano nella mente.
Per un momento Chantal si spostò col pensiero e con lo sguardo sulla governante,alla ricerca nei suoi occhi,o in un qualunque cenno da parte sua, della risoluzione a tutta quella vicenda e,forse,anche la saggezza per dare una risposta a quella domanda,ma la donna,ancora impaurita e scossa,sembrava come incapace di qualunque espressione del volto,di qualunque reazione del corpo.
Chantal rabbrividì improvvisamente,e sbiancò come un'anima esangue,aveva avvertito che su di lei ricadeva ogni responsabilità delle azioni che avrebbero seguito a quella risposta.
Si allontanò un poco dalle guardie,sentiva i loro occhi addosso e l'impazienza dell'attesa di un suo cenno,ma Chantal aveva bisogno di trovare la risposta in qualcosa di più importante della verità stessa,ed ora,quel qualcosa di importante,ricadeva negli occhi e nel volto di un uomo ferito,un fuggiasco sfuggito alla legge,un assassino di suoi simili che però...però..aveva avuto pietà di lei,risparmiandole quell'atroce violenza che sarebbe certamente venuta dal suo complice a turbarla per sempre..
Si ritrovò,cosi,ad aver mosso i suoi passi incoercibilmente verso il fuggiasco,questi giaceva comunque ansimante e sofferente poco distante dal fuoco.
Chantal,allora,temporeggiò.
Andò prima vicino al fuoco per governarlo,quando la fiamma fu viva,alta e sufficientemente forte da riempire con le sue lingue di fuoco tutta la stanza,come a spezzare le tenebre della notte appena trascorsa,si voltò verso l'uomo ferito,gli tolse dalla fronte la benda usata per celare i suoi tratti scoprendogli totalmente la fiaccia,gli prese,poi, il volto tra le mani,costringendolo a guardarla negli occhi.
E così la ragazza rimase per indefiniti istanti,senza parlare,solo penetrando gli occhi del fuggiasco.
Questi ebbe un sussulto,sudò freddo più di quanto la ferita non lo avesse costretto a farlo,fissò gli occhi della ragazza che erano immobili su di lui,e tremava.
Un uomo forte e robusto,un uomo dal sangue freddo ed assassino,stava tremando nel poggiare gli occhi in quelli di una sciocca ed ingenua fanciulla che in nome della verità era in procinto di tradirlo.
Chantal lo fissava,penetrandogli l'anima con i suoi occhi,con il suo sguardo implacabile che non lasciava trapelare la minima esitazione,il minimo timore.
E,sempre scrutandolo negli occhi,mentre ancora gli reggeva il volto nelle mani,la ragazza rispose alle guardie.
"Si.E' così."
Seguirono silenzio e fermezza.
Anche l'aria aveva smesso di vibrare a quell'affermazione.
Ma Chantal aveva voluto pronunciare quelle parole senza mai staccare i suoi occhi da quelli del fuggiasco.
Ed in essi,ora ricercava la salvezza.
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