Visualizza messaggio singolo
Vecchio 08-02-2012, 01.53.49   #655
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard correva tra rabbia e delusione.
E corse fino a quando ebbe fiato, fermandosi davanti ad un albero, per poi cominciare a tirare pugni contro la sua corteccia.
Ansimava e biasimava se stesso.
“Sarebbe stato meglio per tutti…” mormorò “… se non fossi mai tornato…”
Ad un tratto un brontolio.
“Cosa vuoi tu?” Voltandosi verso la sua tigre. “E non fissarmi così!” Tirò un altro pugno contro la corteccia. “Sapevo di essere solo… sapevo che non avrei avuto nessuno dalla mia parte…” fissò di nuovo la tigre “… si, voglio essere solo… voglio dipendere solo da me stesso… e da solo partirò per ritrovare quel cane di Fyellon…” poggiò la schiena contro il tronco e si lasciò cadere ai piedi dell’albero. “Ora voglio solo dimenticarmi di tutto e tutti… e poi partire, andare via e non tornare mai più qui…”
Sheylon grugnì.



Il vento.
Se si sa ascoltarlo saprà sempre narrare qualcosa.
Di mondi lontani, di gioie e dolori, di sogni e desideri, di paure e speranze.
Le sue parole sembravano accarezzare i capelli di Talia, attraversando la sua tristezza, sussurrandole qualcosa.
E sotto quel vento, gli alberi del Casale parevano chinarsi e fargli eco col fruscio delle loro foglie.
Fruscio che diventava come musica che accompagnava il racconto del vento…

Un Cielo sterminato, attraversato da un oceano di nuvole gonfie e lucenti, si mostrò ai suoi occhi.
Ma, ad un tratto, quelle nuvole, come forgiate e rese livide dal vento, mutarono forma e si mostrarono per quel che erano davvero.
I raggi del Sole, investendole, lasciavano su quelle nuvole sfolgoranti bagliori che andarono a disegnare centinaia e centinaia di cupole dorate.

E dopo le cupole, si mostrarono infinite torri, palazzi, bastioni e cattedrali.
Un’incommensurabile città, magnifica e superba, si mostrò agli occhi della ragazza.
Una città arroccata in cima ad una rupe, circondata da una verde laguna alimentata da centinaia di piccole cascate di acqua calda.
Le sue cupole erano di ambra verde pallida, le guglie d’oro purissimo e d’argento scintillante, i camminamenti merlati lastricati di porcellana e agata, le mura, investite dalla luce solare riflessa sulla laguna, di infinite e mutevoli tonalità policrome.


Fu un attimo, infinitesimale e sfuggente.
Una visione che attraversò la mente e il cuore di Talia.
Poi qualcosa la destò definitivamente da quella misteriosa visione.
“Talia, cosa fai qui?” Domandarono i suoi fratelli, da poco svegliatisi. “Ma tu hai pianto!” Accorgendosi delle sue lacrime.
“Cosa ti è successo, Talia?”
“Forse sei ancora spaventata per essere stata da sola al castello?” Domandò uno dei fratelli.
“Forse hai nostalgia del maestro?” Fissandola un altro di loro. “Vero, sorellina?”
“O di Fyellon…” fece un altro ancora “… manca anche a tutti noi…”
“Aspettate!” Esclamò un altro. “Forse è stato Guisgard a farla piangere! Lui è una testa calda, un egoista e un prepotente! Dov’è ora?”
E proprio in quel momento tutti loro udirono dei passi.
Era Sheylon che ritornava dal bosco, dove era scappato via Guisgard.
Ma la tigre era ritornata sola.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso