Cavaliere25 attese qualche istante e poi uscì per seguire il chierico che l’aveva ospitato.
Si addentrò così nella selva che appariva impenetrabile e sterminata.
L’aria era gelida e i monti tutt’intorno erano imbiancati dalla neve, mentre un freddo vento si abbatteva con una furia non comune.
Tuttavia il Calars continuava ad emanare fumi caldi che salivano al cielo e si addensavano come sottili nuvole.
Il sibilo del vento, simile ad un insieme indefinito di voci lontane, ben presto confuse il boscaiolo, facendogli perdere le tracce del chierico.
Ad un tratto cominciò a sentire dei rumori.
Rumori che divenivano sempre più chiari e riconoscibili: erano passi di animali.
Diversi animali.
Qualche istante dopo, Cavaliere25 vide dei bagliori nel buio.
Poi quei bagliori presero forma: erano gli occhi di un branco di feroci lupi.