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Vecchio 04-02-2012, 14.55.30   #596
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
“Come stai, Talia?” Ansimando Guisgard. “Ma cosa ti è saltato in mente?” Cambiando umore e accigliandosi. “Perché sei venuta da sola in questo posto? Cosa volevi fare? Se ti fosse accaduto qualcosa?” Avvicinandosi e stringendola per le braccia. “Rispondi! Rispondi Talia! Perché non sei venuta prima da me?” I suoi occhi erano ancora lucidi a causa del fumo che avevano attraversato.
Ma incontrati quelli di lei, in breve ripresero il loro colore naturale ed anche l’animo del cavaliere si rasserenò.
“Li…” mormorò “… li ho uccisi tutti… chi non è caduto sulla mia lama è poi morto tra le fiamme…” parlava come se volesse scacciare la paura.
La paura di averla persa.
La sua voce, leggermente più alta del solito, e quel tono incalzante, agitato...
Lo fissavo con gli occhi spalancati e lucidi, incapace di parlare... ero talmente felice di vederlo... talmente felice che fosse lì...
Ma a quelle ultime parole abbassai lo sguardo per un istante, poi lo portai lontano... verso ciò che restava di quel grigio maniero... e allora, lentamente, mi allontanai da lui di qualche passo...
“Li hai uccisi...” mormorai con voce rotta “Li hai uccisi a causa mia... potrai mai perdonarmi?”
Rimasi in silenzio per qualche istante, poi sospirai...
“L’ho fatto per loro!” ripresi a dire, con gli occhi sempre fissi su quelle rovine fumanti “Per loro... loro sono la mia famiglia. La nostra famiglia! Ed io mi sento così responsabile... se il Maestro non c’è più è principalmente per colpa mia, e non potevo permettere che venissero anche buttati fuori dal Casale... non potevo... non avrebbero avuto nessun altro posto dove andare! Io... io pensavo che quest’uomo volesse soltanto conoscere le nostre ragioni, che volesse soltanto parlare dei nostri diritti...”
Un brivido improvviso mi corse lungo la schiena, scuotendomi tutta...
“Come ho potuto essere tanto sciocca?” mormorai, la voce carica di rimprovero verso me stessa...
Chiusi gli occhi, cercando di controllare quel brivido di orrore e di paura... ma fu vano.
E allora, d’istinto, mi voltai di nuovo verso di lui e lo abbracciai, stringendomi forte a lui... potevo sentire il suo cuore battere contro il mio e il suo respiro sereno, anche se leggermente alterato... questo mi tranquillizzò un poco.
“Ti ricordi...” mormorai poi, sollevando appena lo sguardo e portandolo nel suo “Ti ricordi quando mi promettesti che ci saresti stato sempre per me? Eravamo solo due bambini... ma io mi fidavo così tanto di te... mi sembrava che non ci fosse cosa che tu non potessi fare o situazione che tu non potessi risolvere...”
I miei occhi si fecero appena più cupi...
“Se solo tu sapessi quante volte ho pensato a quel giorno, durante questi dieci anni... se solo sapessi quanto ho pensato a te... quanto ti ho atteso... quanto...” esitai solo un attimo poi soggiunsi “Quanto ho sofferto per la tua partenza. Credevo che non ti importasse più niente di noi... che non ti importasse più niente di me...”

Grida... urla... parole basse e cariche ti rabbia...
Immobile, in cima alle scale, li sentivo litigare... ma non avevo il coraggio di scendere...
Era anche colpa mia se stavano litigando, ed io non avevo il coraggio di scendere ad affrontarli...
Poi, ad un tratto, quelle parole...
“Vuoi attaccarmi, Guisgard?”
“Ti odio, Maestro... ti odio e tu odi me... non tornerò mai più qui!”
Passi affrettati, poi la porta sbatté e tutto ciò che rimase fu silenzio.
Un silenzio rotto, dopo appena qualche istante, dalla voce del Maestro...
“Fyellon...” disse “...non deve più avvicinarsi a Talia!”
“Forse non tornerà più, Maestro...” replicò il figlio.
Io rimasi immobile lì dove mi trovavo per un istante, il sangue gelato nelle vene...
Mi sentivo sprofondare... sprofondare sempre più... non poteva andarsene, non poteva... aveva promesso!
Di scatto, allora, mi alzai e corsi nella mia stanza, verso la finestra... e lo vidi... stava percorrendo il viale...
“Voltati...” mormorai contro il vetro freddo “Voltati, ti prego... voltati...”
Ma non lo fece e pochi minuti dopo era sparito alla mia vista.
Un nero terrore si impossessò di me, le ginocchia mi cedettero ed io scivolai a terra, distrutta.
Non so quanto tempo passò, non so per quanto tempo rimasi lì, immobile, respirando a fatica... ma ad un tratto qualche leggero colpetto sulla porta mi ridestò.
Non risposi.
Ancora due colpi, poi la voce del Maestro...
“Talia... sei sveglia? Posso entrare?”
Ancora una volta non mi mossi, non parlai...
Silenzio, immobilismo... poi la porta si socchiuse e la testa del Maestro fece capolino...
“Talia...” mormorò, poi però mi vide ed il suo tono cambiò...
“Talia!” esclamò allora allarmato, corse verso di me e mi raccolse dal pavimento “Talia, mia piccola bambina...”
Con delicatezza mi adagiò sul mio letto, restando poi immobile e fissarmi...
Io tenevo il volto basso, scrutando il pavimento di fronte a me ma senza vederlo davvero.
“Talia, ti prego...” mormorò dopo qualche momento, la voce ora tremante di preoccupazione “Ti prego, dì qualcosa!”
Mi occorse un grande sforzo per ritrovare le parole e tornare a parlare, sentivo come qualcosa nella gola che mi impediva di dire alcunché e il cuore era diventato pesante.
“Se n’è andato!” mormorai infine, senza muovere lo sguardo “L’ho visto... l’ho visto percorrere il viale e...”
“Talia... a proposito di questo...”
“Perché l’ha fatto?” lo interruppi, senza neanche ascoltarlo “Perché? Io mi fidavo di lui! E lui se n’è andato... mi ha lasciata... esattamente come hanno fatto mio padre e mia madre... perché? Io credevo che lui fosse diverso...”
“Talia, ascolta...”
“No!” gridai, sentendo all’improvviso una gelida furia sopraffare tutto quel dolore, come se la mia anima stesse disperatamente cercando un modo per sopravvivere “Non voglio ascoltare... non voglio più ascoltare nessuno! Io... io gli volevo bene... io ero... e... e credevo che anche lui fosse... credevo che tenesse a me... credevo che ci sarebbe stato sempre... me lo aveva promesso!”
Gli occhi dell’uomo si allargarono a dismisura...
“Ora basta, Talia!” ingiunse, poi “Tu non sai quello che dici. Ed io non voglio più sentir parlare di questo, intesi?”
Finalmente alzai lo sguardo e lo puntai su di lui... i miei occhi erano rossi e lucidi ma il mio tono, quando parlai, era fermo...
“Va’ via, Maestro!” dissi “Voglio restare sola!”
“Talia...”
“Va’ via!”
I giorni che seguirono furono tra i più cupi che io rammentassi... dolore, incertezza, solitudine e quell’oscuro senso di abbandono...
Finché, una mattina, non trovai il Maestro che piangeva sulle rive del lago... e capii molte cose.

Quel ricordo mi sfiorò la mente ed attraversò i miei occhi mentre il mio sguardo era nel suo... erano passati tanti anni e tante cose erano successe, mi chiesi se e quanto anche noi eravamo cambiati...

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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Ad un tratto un brontolio seguito da un grugnito.
“Già, mi stavo dimenticando di te…” fece il cavaliere voltandosi verso la sua tigre “… si, hai ragione, amico mio… non vi siete ancora presentati… Talia, questo gattone è Sheylon!”
Mi riscossi e volsi lo sguardo sulla tigre...
“Sheylon...” mormorai con un sorriso, avvicinandomi cautamente e chinandomi appena “Oh... ti ringrazio infinitamente, Sheylon, per avermi trovata là dentro... e sono assolutamente felice di fare la tua conoscenza!”
Allungai una mano e sfiorai con la punta delle dita la testa dell’enorme felino... era bellissimo e la sua pelliccia era morbida e liscia... per qualche istante mi persi nella contemplazione di Sheylon... mi sentivo più tranquilla, ora, come se quella creatura avesse il potere di donare serenità alla mia anima...
Poi tornai a guardare Guisgard.
Lo osservai per un lungo istante, incerta... tutte le parole del mondo non sarebbero bastate ad esprimere tutto quello che avevo da dirgli, tutto quello che provavo per lui, da sempre... e forse non sarebbe neanche stato necessario... non era mai stato necessario parlare molto per comprenderci, fin da quando eravamo bambini.
Infine sospirai...
“Vorrei che tu potessi giurarmelo di nuovo, sai Guisgard?” mormorai, avvicinandomi a lui “...O che tu volessi giurarmelo di nuovo! Anche adesso! Qui! Come facesti quel giorno... quando mi promettesti che non mi avresti mai lasciata e che ti saresti preso cura di me!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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