La colazione si tenne nella grande anticamera che dava sul magnifico giardino.
Melisendra servì della frutta e del succo al suo padrone, per poi limitarsi solo ad assaggiare un po’ di quel cibo servito dalle ancelle.
“Si, esattamente…” rispose il padrone a quelle parole di Melisendra “… sei un fiore… uno fra i mille che colorano e profumano il mio giardino…” la fissò “… ma la debolezza della natura umana, mio bel fiorellino, spinge gli uomini ad avere preferenze… sta te divenire il fiore prediletto del tuo signore…” guardò poi i vassoi davanti alla ragazza “… bene, se a te non va di mangiare altro, c’è qualcosa che voglio mostrarti…” si alzò porgendo la mano a Melisendra.
La condusse così nel cuore del giardino, tra gli austeri colori di fiori sconosciuti alla ragazza.
Grandi palme adornavano una piazzetta animata da sculture dalle pose classicheggianti.
Al centro vi era una vasca rivestita di laterizi policromi, con nel mezzo uno scoglio ricoperto di corallo e alghe.
“Le mie ancelle” disse il padrone “mi hanno detto che nutri una profonda passione per l’acqua… questa vasca è profumata e se vuoi è sta riempita per te, Melisendra…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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