Il giovane cominciò a suonare la sua cetra.
Le mani scivolavano, lente e delicate, su quelle corde come se fosse il suo respiro a farle vibrare.
“Ho sempre amato questo canto sai, Melisendra?” Sorridendo e parlando a voce bassa, come se temesse di coprire la musica. “Parla di un luogo lontano, forse neanche tanto diverso dal mondo da cui arrivi tu… parla di una città celata tra il Cielo e la Terra… una città che possiede, proprio come questo palazzo, anch’essa un giardino… e un giardino non è mai una prigione, Melisendra… no, le vere prigioni sono quelle che ci costruiamo noi stessi e nelle quali finiamo per rinchiuderci, perdendo il senso della vita e della libertà…” la fissò per un istante “… il mio nome è Heyto e sono il più fedele servitore del nostro padrone… non potrei narrarti di lui… ai miei occhi ha virtù che per te sarebbero sconosciute… ma lo incontrerai presto… e se io posso solo parlarti attraverso la musica, lui invece potrà mostrarti ciò che stai udendo ora…”
In quel momento si udì un corno suonare.
Era il segnale: il padrone era giunto.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|