IV Quadro: Vendetta
(Prima di affrontare un combattimento importante, un guerriero della luce si domanda:
“Fino a che punto ho sviluppato la mia abilità?”
Egli sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa. Eppure, molti di questi insegnamenti hanno fatto soffrire il guerriero più del necessario. Più di una volta ha perduto li proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all’altezza del suo amore.
I vincenti non lo ripetono lo stesso errore. Perciò il guerriero rischia il proprio cuore solo per qualcosa di cui valga la pena.)
(Paulo Coelho, “Manuale del guerriero della luce”)
Talia si avvicinò a Guisgard e posò il suo volto sul petto di lui.
I suoi capelli erano profumati ed il suo respiro, che il cavaliere avvertiva sul suo collo, era dolce come la brezza fresca dopo un temporale estivo.
“Perdonami se…” mormorò Guisgard abbracciandola “… se non ero qui… il… il tuo pensiero non mi ha mai abbandonato… mai, neanche per un giorno… il mio cuore era qui con tutti voi…”
“Oggi il maestro andrà in paese…” avvicinandosi a lui Talia “… ed io sono libera, non dovrò fare alcun rituale al Tempio, se t’interessa…”
Lui si voltò a fissarla.
“Vuoi venire con me?” Domandò alla ragazza.
“Dove?” Illuminandosi lei.
“Vieni!” Prendendola per mano e correndo via. “Corro troppo?” Chiese fissandola.
“No, ma attento a non farmi stancare!” Ridendo lei.
Corsero così, come trascinati dal vento, fino a raggiungere una piccola collinetta immersa nel verde.
Guisgard coprì gli occhi di lei.
“Aprili solo quando sarò io a dirtelo, capito?”
Talia annuì divertita.
Lui allora respirò forte.
Si sentiva il padrone del mondo.
La prese per mano e fecero qualche passo.
“Ecco…” sussurrò Guisgard “… aprili…”
Lei fece come le disse lui e subito si mostrò uno scenario da favola davanti a lei.
Dominavano con un colpo d’occhio buona parte del verdeggiante bosco di Suessyon, tra infinite varietà di verde, attraversato da riflessi fatti di mille e più colori e profumi, tanti quanti erano i fiori che crescevano in quelle terre.
L’aria era pulita e profumata.
“Guarda!” Indicò raggiante Talia. “Si vede il Casale!”
Guisgard annuì e fissò il Sole.
“Manca poco...” disse.
“Per cosa?”
“Aspetta e vedrai…”
“Dai, sono curiosa!”
“Ecco…”
Il sole con i suoi raggi arrivò ad investire la lontana vetrata del Casale degli Aceri e subito infiniti riflessi, simili a dardi tinti di ogni colore conosciuto, scoccarono intorno a loro.
“Guisgard…” quasi accecata da quei bagliori Talia “… è… meraviglioso…sembra quasi che si possa… si possa sfiorare la luce e farla nostra…”
“Si…” sorridendo Guisgard, per poi prenderla per mano e farla sdraiare accanto a sé sull’erba profumata con le teste all’insù, mentre attorno ai due giovani continuava quella meravigliosa pioggia d’iride.
“Come hai trovato questo luogo?” Domandò lei.
“E’ forse qui che nasce l’arcobaleno…” rispose lui “… è bastato seguirlo…”
“Parli come se lo conoscessi…”
“Si...” rispose lui “… è bastato seguire questi bagliori… del resto li vedo ogni giorno…”
“Davvero?” Sorpresa lei. “E dove?”
“Quando guardo nei tuoi occhi…”
Lei sorrise, senza dire nulla.
“Sai…” dopo qualche istante lei “… oggi al Casale… ero un po’ malinconica e mi sentivo sola...”
“E ora?”
“Ora no…” sorridendo nuovamente lei “… ora non lo sono più…”
Quel ricordo attraverso in un attimo la mente di Guisgard, quasi cullato dal respiro di Talia.
“Non sei più sola…” disse lui “… sono tornato…”
Poi le sfiorò il volto e la fissò.
“Cosa è successo?” Le chiese. “Talia, cosa è accaduto al maestro?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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