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Vecchio 24-01-2012, 03.21.38   #315
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nestos se ne stava all’ombra di una grossa quercia.
Piangeva e stringeva i pugni per la rabbia.
Ad un tratto udì il suono di un’ocarina.
“Non mi abituerò mai alla bellezza di questo luogo…” mormorò avvicinandosi alla quercia “… non c’è stata notte che non abbia rivisto tutto questo prima di chiudere gli occhi…” il cavaliere si appoggiò con la schiena contro il tronco della quercia “… ricordi quando giocavamo da piccoli? Io facevo Ulisse e tu Telemaco… o io Oreste e tu Pilade… il ritorno dell’eroe…” malinconicamente guardò l’immenso bosco che li circondava “… forse non si può tornare troppo tardi…”
Nestos lo ascoltava senza voltarsi.
Anche lui lo fissò.
Poi sorrise.
“Ehi, Nestos, vuoi conoscere un amico?” Per poi lanciare un fischio verso il giardino.
Qualche istante dopo, con un balzo, da un cespuglio emerse una gigantesca tigre.
Fissò un attimo i due fratelli, per poi raggiungere il suo padrone e accucciarsi ai suoi piedi.
“Si, lo so…” sorridendo il cavaliere e accarezzando la tigre “… so cosa stai pensando, Nestos… scommetto ti stai chiedendo da dove salta fuori, vero?”
Nestos sembrava rapito da quell’animale.
“Vuoi sapere la sua storia?” Domandò il cavaliere dagli occhi azzurri. “E magari il suo nome?”
Gli occhi di Nestos saltavano dalla tigre al suo padrone, come biglie impazzite.
“Avanti, fammi un cenno col capo” continuò il nuovo arrivato “ed io ti dirò il suo nome.”
Nestos, prima titubante, poi finalmente accennò un sorriso.
“Allora?” Ridendo il cavaliere. “Vuoi saperlo o no?”
Alla fine Nestos annuì.
“Sheylon…” fece lui “… ti presento mio fratello Nestos... avanti, non aver paura!” Rivolgendosi al ragazzo. “Avvicinati ed accarezzalo!”
Talia, nel frattempo, era al lago, immersa com’era nei suoi inquieti e malinconici pensieri.
Fissava le calme e chiare acque, specchiandosi in esse, mentre la sua immagine veniva di tanto in tanto alterata dalle leggere increspature del lago.
Il vento accarezzava i lunghi capelli, mentre i raggi del Sole sulle acque generavano bagliori che si riflettevano nei suoi occhi, liberando gli infiniti colori che quello sguardo era capace di suscitare in chi si fermava a guardarlo.
Ad tratto un’altra figura affiancò Talia nell’immagine riflessa sulle acque del lago.
“Forse non hanno tutti i torti…” disse il cavaliere “… forse non avevo il diritto di tornare ora… forse questa davvero non è più casa mia…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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