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Vecchio 23-01-2012, 15.46.37   #277
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Ad un tratto alcuni dei ragazzi raggiunsero Talia e gli altri due che erano con lei.
Il signorotto e i suoi sgherri erano appena andati via, ma qualcos’altro sembrava averli turbati.
“Presto, venite a vedere!”
“Cosa succede?” Domandò uno dei due fratelli che erano con Talia.
Ma gli altri non risposero nulla e due di loro presero Talia per mano.
“C’è un demone nel giardino del Casale!” Agitato uno di quelli. “Presto, venite a vedere!”
Talia e gli altri due furono così trascinati nel giardino.
Una superba fiera, di grossa taglia e fogge vigorose, col manto chiazzato giallastro e screziato di nero, stava distesa fra i cespugli, leccandosi le poderose zampe.
Accortasi di loro, la feroce belva cominciò a fissarli con i suoi occhi fiammeggianti, restando tuttavia immobile.
I ragazzi fissavano quell’incredibile animale senza emettere nemmeno un alito.
Quella visione sembrava averli rapiti; paura mista a meraviglia avvertivano per quella belva che mai avevano visto.
“Il…” mormorò uno di loro “… il maestro una volta ci… ci parò dell’Oriente e delle sue meraviglie… di… di uomini dalla pelle bruna e di una terra fertile a forma e immagine di una mezza Luna…”
“Non…” lo richiamò uno dei suoi fratelli “… non fissarla in quel modo… finirà col comprendere che… che parli di lei…”
“La…” intervenne un terzo “… la stiamo… fissando tutti…”
“Forse è davvero un demone…” singhiozzando un altro ancora “… forse se raggiungiamo il Tempio saremo al sicuro…”
“Non è un demone…” riprese il primo che fra loro aveva parlato “… almeno credo… il maestro, vi dicevo… una volta mi parò dell’Oriente… e dopo la terra della Mezzaluna… narrava il maestro… dopo di quella, vi è un’altra terra… una terra da cui spunta il Sole ogni giorno… laggiù la gente ha la pelle gialla e vivono numerosi animali a noi sconosciuti… e il maestro mi parlò di un formidabile predatore… che gli uomini del posto chiamano mangiatrice d’uomini…”
“Cosa diavolo c’entra tutto questo?” Domandò uno dei suoi fratelli.
“Il predatore del racconto del maestro… si, ecco… era in tutto e per tutto simile a questa belva…”
“Ehi, ragazzi!” Urlò all’improvviso uno dei fratelli che non era con loro, facendoli saltare tutti su per lo spavento. “Ehi, siete qui!” Arrivando di corsa.
Ma un attimo dopo, davanti a quell’incredibile felino, anche lui restò pietrificato come gli altri.
“Cosa diavolo urli!” Lo riprese a bassa voce uno dei fratelli.
Ma il nuovo arrivato sembrava aver smarrito la parola.
“Allora, cosa dicevi mentre correvi qui?” Chiese quello che l’aveva richiamato. “Avanti, cosa dicevi?”
“C…” balbettò il nuovo arrivato “… c’è… c’è uno… c’è uno straniero davanti… davanti alla tomba del maestro…”
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