Goz disse qualcosa a voce bassa ad uno dei camerieri e questi annuì, per poi allontanarsi.
“E’ un vero piacere per me, oltre che un onore, avervi al mio tavolo.” Fece il capitano ai presenti.
Infatti, dopo Altea ed il suo maestro, anche Isolde, i due monaci e Cavaliere25 avevano raggiunto il tavolo di Goz.
“Vedrete che la cucina di bordo vi ammalierà non poco.” Continuò Goz. “Hirsan, mio fratello, ha combattuto a lungo nelle regioni oltre i monti e conosce le antiche ricette culinarie di popoli che noi, poveri figli del mondo civile, non esiteremmo a definire rozzi e incivili.” Rise. “Ma vi assicuro che quei popoli barbari hanno un culto del gusto assai intrigante e non si può dire di aver vissuto, se prima non si è gustato qualcosa della loro arte culinaria.”
La sala era vasta e arredata dei più disparati monili e arazzi.
Ma la cosa più strana di quella stanza era una vasca, tutta in ceramica policroma, dentro la quale nuotavano due bellissimi cigni, uno grande e l’altro piccolo.