Vorrei descrivervi quel fiore, milady.
Raccontarlo come appare nella mia immaginazione, disegnato e descritto dal racconto che ho udito.
Vorrei essere un poeta o uno scrittore e rappresentare ai vostri occhi le meraviglie di quel fiore.
Ma pur essendo un cavaliere e non un poeta, mi rendo perfettamente conto di come sia impossibile dar forma alla propria fantasia.
Come voler rinchiudere il mare in un’anfora, il Cielo nel proprio pugno.
Forse, proprio come per il Fiore Azzurro di Novalis anche questo nostro fiore può essere racchiuso in un volto.
Allora sarebbe più facile descriverlo.
Un volto fatto di infiniti sguardi e animato da infinitesimali gesti che come un caleidoscopio muta in illimitate forme e colori, ognuno scandito dai battiti che danno vita ai sogni.
Già, i sogni… forse avete ragione voi e ci affideremo proprio a quelli…
Vagherò nei miei sogni racchiusi in questa notte in cerca di quel fiore e, quando l’avrò anche solo intravisto, domanderò all’Angelo che custodisce il suo giardino il nome di quel fiore.
E allora, finalmente, quella storia avrà un titolo e l’avventura un inizio.