La Piazza dei Martiri.
Così chiamata in ricordo dei tanti martiri che avevano combattuto per la rivoluzione.
La piazza oggi era gremita come non mai.
Tutti erano in attesa della parata e poi del discorso di De Jeon al popolo.
In più si vociferava di una condanna e la gente amava quel genere di spettacolo.
Soprattutto i giovani.
Ad un tratto uno squillo di trombe e vari rulli di tamburi.
I soldati cominciarono a passare in rassegna tra l’entusiasmo della folla.
Con loro facevano bella mostra gli emblemi Ginestrini e quelli della rivoluzione.
Il tutto durò circa un’ora.
Poi finalmente i massimi vertici del partito si mostrarono alla folla.
E tra loro apparve una figura.
Sicura di sé, carismatica e dal fascino magnetico.
A vederla, il popolo cominciò ad esultare e ad invocarne a gran voce il nome.
De Jeon salutò la folla e poi cominciò a parlare.
Inveì contro l’aristocrazia ed i suoi privilegi.
Poi passò al suo bersaglio preferito: il Clero.
Aizzò allora la foga popolare contro la Religione e la superstizione.
Contro tutto ciò, insomma, che rendeva schiavo l’uomo.
“Fratelli, compagni!” Disse ad un certo punto, sempre attento a modulare la sua straordinaria dialettica. “Oggi un'altra tassello della giustizia invocata da secoli tornerà al suo posto… un altro di quei carnefici sarà oggi giustiziato davanti a voi…” si voltò verso il patibolo ed un uomo incappucciato fu condotto davanti al boia.
A quella scena ci fu il boato della folla.
E Talia osservava tutto ciò, nascosta proprio tra quella gente in delirio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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