Essien fissò vagamente incuriosito Talia.
“Non immaginavo ti interessasse questo genere di cose…”
“E’ per la parata, Essien.” Disse Fantine, ancora intenta a sistemare i costumi per lo spettacolo. “Soldati che sfilano in uniformi e in sella a bianchi cavalli. E poi la capitale in festa. E’ ovvio che la nostra Talia ne sia attratta. E’ una ragazza. Non è mica un rudere come noi due.”
“Oh, ma voi siete un fiore, madame.” Sorridendo Essien e mostrando un vistoso inchino verso Fantine.
“Farò finta di crederci, mio troppo cortese Pantalone.” Rispose la donna. “Su, lascia andare Talia a quella parata.”
“E sia, ma mi raccomando, signorina.” Fece Essien, fissando Talia con un atteggiamento che, dallo scherzoso di un attimo fa, era diventato paterno e severo. “Non dare confidenza a nessuno di quei soldati ed evita di assistere allo spettacolo da posti appartati e poco frequentati.”
“La piazza sarà stracolma, Essien!” Esclamò Fantine. “Non ci sarà un posto isolato o libero nemmeno a pagarlo!”
“La prudenza non è mai troppa.” Sbottò Essien. “Però non voglio che tu ci vada da sola… accidenti, Tafferuille è già lontano…” fissando la strada che conduceva al centro cittadino, proprio dove si trovava Place des Martyrs “… dov’è Renart? Renart!” Chiamò il capocomico.
“Non c’è.” Rispose Gobert. “Credo sia andato in città.”
“Che il diavolo lo porti, quel lavativo!” Inveì Essien. “A volte mi chiedo perché continuo a tenerlo nella compagnia! Bah…” scuotendo il capo “… d’accordo, va alla parata.” Disse a Talia. “Magari cerca di raggiungere Tafferuille, così che non sarai sola. Mi raccomando, eh!” Di nuovo con quel suo tono paterno, mentre fissava la ragazza.