Tafferuille e Talia ritornarono così al carrozzone.
Gobert comunicò loro che il vecchio Essien aveva intenzione di parlare all’intera compagnia.
I due così seguirono Gobert che li condusse dal resto della compagnia.
Tafferuille si attardò, ricomparendo qualche istante dopo con indosso di nuovo la sua inseparabile maschera.
“Ci siamo tutti?” Chiese Essien a Gobert.
“Manca solo Renart.”
“Bah, quel ragazzo sembra incapace di prestare attenzione a qualsiasi cosa.” Borbottò il capo della compagnia. “E sia, tanto la sua presenza cambia poco… allora, amici miei…” assumendo un tono solenne “… pare che domani in città avverrà un importante avvenimento. Una parata con un discorso al popolo da parte di De Jeon.”
A quel nome pronunciato da Essien, Tafferuille fissò per un istante il volto di Talia.
“Ho incontrato un vecchio amico, evento davvero fortuito, che mi ha presentato uno dei funzionari addetti agli spettacoli.” Continuò Essien. “Da quando è caduta la monarchia non vi sono più Maestri di Cerimonia a curare questo genere di eventi. Ebbene, pagando una certa somma…” sbuffò “… dicevo, pagando una certa somma, sono riuscito ad ottenere il permesso di esibirci… al Theatre du People!”
Scese un religioso silenzio fra gli attori della compagnia.
“Allora?” Fissandoli Essien. “Non dite nulla?”
“Per me va bene.” Rompendo quel silenzio Tafferuille.
“Ma saremo all’altezza?” Chiese Gobert.
“Dobbiamo fare ciò che abbiamo fatto fino ad ora.” Rispose Tafferuille.
“Si, ma un conto è farlo davanti a dei contadini…” replicò Gobert “… tutt’altra cosa è invece farlo davanti al pubblico della capitale.”
“Tanto ormai è deciso!” Intervenne Essien. “Con quello che mi è costato poi… e comunque spero di rifarmi, altrimenti rinvigorirò le casse della compagnia dalle vostre paghe!”
“Quale spettacolo metteremo in scena?” Domandò Gobert.
“Ho pensato a Lo Spadaccino Innamorato.” Rispose Essien. “Il funzionario repubblicano mi ha fatto capire che abbiamo notevole libertà, fatta eccezione per alcune cose… del tipo non fare riferimenti religiosi e lodare, di tanto in tanto, il regime repubblicano… a quest’ultima cosa penserò io. Stanotte lavorerò ad alcune battute per il mio personaggio. E sia, amici, è tutto. Ora andate a letto che domani ci attende una lunga giornata. La mattina ci sarà la parata e poi il discorso. E la sera finalmente il nostro spettacolo.”
Tutti allora, chi brontolando, chi preoccupandosi, andarono a letto.
Giunto il mattino, gli schiamazzi cittadini, per l’imminente parata ed il successivo discorso, svegliarono i nostri attori dal loro sonno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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