Renart si morse la lingua ed una smorfia di rabbia attraversò il suo volto.
“Stupida ragazza!” Disse fra sé. “Se non sarai mia, sappi che non sarai di nessun altro!”
Allora tentò di seguirla, ma Talia si era già confusa fra la folla.
Il soldato cercò, ma lei sembrava svanita, quasi assorbita da quei volti tutti uguali.
“Talia, dov’eri finita?” Avvicinandosi ad una ragazza dai capelli chiari che gli passò accanto.
“Cosa vuoi?” Voltandosi questa. “Fila via e non importunarmi!”
“Scusatemi, mademoiselle…” fece lui.
Non era lei.
Renart cercò ancora.
Altre ragazze dai capelli chiari e con la sua corporatura attraversarono quella folla, ma nessuna era Talia.
Alla fine, stanco, Renart si appoggiò ad una delle colonne della piazza e tirò un pugno per la rabbia sulla dura pietra.
Le strade di Ostyen.
Dove portavano?
Ognuno trovava qualcosa alla fine di quelle.
I Ginestrini, percorrendole, erano arrivati in alto.
Il Clero e l’aristocrazia, invece, avevano trovato la rovina alla fine di quelle strade.
E Talia ora le attraversava.
“De Jeon…” udì all’improvviso.
Si voltò.
Erano due soldati della Guardia Repubblicana.
“Si, la decisione è sta presa direttamente da lui.” Continuò il soldato. “La parata avverrà fra tre giorni e a quanto pare lui terrà un discorso davanti al popolo.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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