Emile, come ora voleva farsi chiamare Monsieur, fissò Elisabeth.
La fissò per un lungo istante.
Poi sorrise lievemente.
“Come sei ingenua, moglie mia…” disse posando su una sedia la sua borsa “… si, comincio davvero a credere che tu non conosca né bugie, né malizia… ma sottovaluti te stessa…” prese con delicatezza il braccio di lei e la portò davanti allo specchio che stava proprio accanto al letto “… capelli lungi… pelle delicata… bei lineamenti… e poi mani calde al tatto… un corpo sensuale…” fissando lo specchio dove entrambi si riflettevano.
Lei era davanti e lui alle sue spalle.
Elisabeth sentiva il petto di lui contro la sua schiena.
“Sei una donna, moglie mia…” continuò lui “… una bella donna… ed io non tocco una donna da… da non so più neanche quanto tempo… se dormissi in quel letto con te… beh…” sorrise “… sarà meglio che scenda un po’ giù, per bere qualcosa…”
Si avvicinò alla porta.
“Un buon bicchiere mi aiuterà a dormire meglio…” voltandosi di nuovo verso di lei “… tu cerca di dormire… mon amour…” ed uscì.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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