|  25-10-2011, 18.59.41 | #877 | 
	| Cittadino di Camelot 
				
				
				
				
				
			 
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			Seguii in silenzio quello scambio di battute, muovendo gli occhi tra loro...
Tissier aveva ragione, ne aveva da vendere. Ostyen voleva dire un pubblico totalmente diverso da quello cui eravamo abituati, voleva dire controlli e un’attenzione ai retroscena politici di cui non ci eravamo mai curati, voleva dire allargare il nostro scenario e le nostre menti, voleva dire avviare un rapporto con personaggi e personalità molto variegati e dai molteplici, complessi risvolti psicologici...
 
	Mi voltai di scatto a quelle parole e fissai Tissier per qualche istante...
Un Domiziano! Era questo ciò che ci attendeva?
E per un istante mi sentii in colpa... portare la compagnia lì per un capriccio, per quella maledetta rabbia che da quel giorno a Colaubain non mi aveva mai più abbandonata...
Per un istante!
Poi il senso di colpa, pian piano, si dissolse a restare viva e dolorante fu solo quella rabbia, quella furia nera e distruttiva che mi riempiva l’anima fino alla più piccola piega.
Sollevai gli occhi, neri più che mai e più che mai decisi, e incrociai per un istante quelli azzurri di Tafferuille... fu allora che mi resi conto che eravamo soltanto io e lui a sapere la verità: soltanto io e lui sapevamo di dover andare ad Ostyen per qualcosa di diverso dal bene della compagnia... io sapevo perché dovevo andarci, ma il suo motivo qual era?Citazione: 
	
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					Originalmente inviato da Guisgard  “Beh, ci provò anche Cicerone a Roma…” mormorò Tissier “… ma Marco Antonio fu di tutt’altro parere… e De Jeon, da quel che si dice, è molto più simile ad un Domiziano, che ad un Marco Antonio…” |  
				__________________** Talia **   
"Essere profondamente amati ci rende forti. 
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
 
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