“Avete assaggiato l’elisir che vi avevo offerto, milady?” Chiese il misterioso uomo a Gaynor. “Gli orientali credono sia capace di ammaliare a tal punto i sensi, da renderci quasi felici…” la fissava dalla penombra che, come una sua alleata, teneva celato il suo volto agli occhi della bella Ginestrina “… curiosa gente gli orientali, sapete? Hanno un concetto molto particolare della vita e degli uomini… l’essere schiava, come voi dicevate, non è per loro segno di degrado o sofferenza… molte delle più belle eroine de Le mille e una notte sono delle schiave…” si avvicinò a lei e con una mano tolse via quelle sete dal corpo di Gaynor.
La ragazza era ora nuda davanti a lui.
Davanti a quell’uomo tanto misterioso, quanto inquietante.
Nella stanza la penombra sembrava giungere ovunque, ma bastava da sola a nascondere il bellissimo corpo di Gaynor agli occhi di quell’uomo?
E se non fosse un uomo?
Se fosse davvero il Giglio Verde?
E chi era il Giglio Verde?
Un Angelo, un demone o davvero soltanto un uomo?
Ad un tratto Gaynor avvertì il calore del corpo di quell’uomo accanto al suo.
Erano vicini, riuscendo quasi a sfiorarsi.
Poi qualcosa coprì la sua sensuale nudità.
Una veste scese leggera sulle forme della ragazza, prima sulle spalle, poi sui seni, fino ad accarezzare i fianchi e le gambe di Gaynor.
“Questa clamide è appartenuta alle schiava favorita del Sultano di Bagdad…” disse quell’uomo “… l’ho acquista per una cifra folle… una cifra capace di far fallire qualsiasi corona Europea… quella schiava era bellissima… da far perdere il senno a chiunque…” sussurrava alle sue spalle “… ma posso dire che era nulla al vostro cospetto, milady… ed ora voi siete qui… abbandonata al mio volere…” per un attimo calò il silenzio nella stanza “… un nome…” riprese a dire “… mi chiedete un nome… può davvero un nome racchiudere l’identità di un uomo? Ma voi siete mia ospite… e voglio accontentarvi, mia bella Criseide… chi volete che io sia , dunque? Vi ho rapita sul mare, potrei dunque essere Sinuhe l’egiziano, o il mitico Gilgamesh… e perché no Giasone, Ulisse o Enea? Potrei essere Sinbad il marinaio...” sorrise “… vi piacciono questi nomi? Ne preferite altri? Sentiamo… avete un grande amore? Un amore passato, come quelli che si leggono nei romanzi? Quelli capaci di farci sentire veramente vivi e ci spingono a credere nell’esistenza dell’Aldilà solo per rivederli? Beh, potreste chiamarmi con quel nome, se lo preferite… se poi invece, milady, desiderate tanto incontrare il Giglio Verde, allora non vi negherò neanche questo…” portò allora la sua mano destra sotto il pallido alone che penetrava nella stanza, mostrando un bellissimo anello che recava il simbolo di un fiore stilizzato… il Giglio Verde…”
