Lo spettacolo era andato bene e l’ingenuo e semplice pubblico di Cardien si era divertito non poco davanti al talento della compagnia del Miles Gloriosus.
La poesia di Tafferuille, la delicatezza di Talia e la presenza di Renart avevano conquistato tutti.
Essien non stava più nei panni per la contentezza.
Ma quando il vecchio capocomico aveva visto Tafferuille defilarsi, allora, quasi fosse un segnale, lo seguì.
I due restarono a parlare per alcuni minuti.
Essien poi ritornò fra i membri della sua compagnia, mentre Tafferuille si allontanò.
“Amici miei…” esordì il capocomico “… anche Cardien, come accadde a Capua sotto le milizie puniche di Annibale, è ai nostri piedi. Questa tenera e semplice gente di campagna sembra aver molto apprezzato il nostro estro. Se Alessandro il Grande costruì le sue conquiste con le mirabili battaglie di Gaugamela prima e di Isso poi, anche noi possiamo dire di aver fatto lo stesso, dopo i nostri successi ad Arbey, Cancyell e quello di stasera qui a Cardien.” Riprese fiato. “Ma lo stesso Alessandro dovette poi far rotta verso la splendida capitale Persepoli per dirsi davvero vincitore agli occhi degli uomini e della storia. E anche noi dunque abbiamo un’ultima conquista prima di definirci davvero dei vincitori.”
“Di cosa parlate, padrone?” Chiese Gobert.
“Di Ostyen, amico mio.”
A quel nome la compagnia si ammutolì.
“Già, Ostyen.” Ripeté Essien, quasi a volersi convincere da solo di quell’audace e forse folle impresa.
“Ma non abbiamo mai recitato in un teatro vero…” mormorò Tissier.
“Beh, allora sembra sia giunto il momento.”
“Ma, padrone…” tentò di farlo ragionare Gobert.
“Basta così!” Interrompendolo Essien. “E’ deciso! Ora tutti a cena, offro io, e poi a letto! Si parte domani all’alba per Ostyen!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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