Il servitore fissò incuriosito Gaynor.
Era abbigliato all’orientale ed un turbante, fissato con una spilla di corallo, avvolgeva la sua testa.
“Il mio e vostro signore” mormorò “non può più raggiungervi per ora… tornerà appena gli sarà possibile…”
Ad un tratto le candele che illuminavano quella stanza si spensero di colpo.
“Non sai, Alijaid, che non si rifiuta mai nulla ad una bella donna?” Disse una voce dalla penombra che ora dominava la stanza. “La nostra affascinante e sensuale Criseide deve essere trattata come si conviene… sono certo che il mio amico Sidonio di Cipro pagherebbe qualsiasi cifra per una schiava simile…” dal buio si intravedeva a stento la sua ombra, appena sfiorata da un lieve pallore proveniente da una piccola finestrella posta in alto e che illuminava i suoi profondi occhi azzurri, unica parte del suo volto riconoscibile. “Lasciaci soli, Alijaid…” ordinò al suo servitore.
“Si, mio signore.” Per poi sparire un attimo dopo.
Gaynor, avvolta in quelle profumate e preziose sete, era in balia del buio e di quel misterioso uomo che ora sembrava confondersi con la quasi totale oscurità che dominava in quella stanza.
“Avete chiesto di me, milady…” sussurrò quel misterioso uomo, avvicinandosi ancora di più al corpo quasi nudo di Gaynor, coperto solo da quelle leggerissime sete “… siete apparsa ansiosa di potermi parlare… vi ascolto…” aggiunse dalla penombra che ora, al posto della maschera che non indossava più, celava quel misterioso volto agli occhi della bella Ginestrina.