Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 21-10-2011, 01.00.28   #757
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Sulla sala regnava un silenzio assoluto.
Il pubblico sembrava rapito da quella scena.
La bella Colombina sul suo balcone a sospirare per un misterioso amante avvolto dal manto della notte.
“La notte…” sussurrò lui nell’oscurità “… essa potrebbe essere l’unica amica, l’unica compagna, la sola alleata… essa cela il mio volto… e se esso non fosse quello che tu aspetti? Quello che tu immagini ed invochi? Se io non fossi lui, ma solo un altro tra i mille e più che sospirano per te, dolce Colombina? So che il mio cuore non teme paragoni con alcuno, perché nessuno potrebbe amarti come ti amo io… ma il mio volto… forse esso perderebbe quella contesa… allora resterò nelle tenebre, che fanno da schermo tra i sogni e le illusioni, tra le speranze e le paure, tra il mondo del bianco da quello del nero… resterò qui fino a quando non mi dirai che è solo me che vuoi, Colombina… fossi anche l’ultimo dei servi, come il primo dei re… dipende da te rendermi primo o ultimo, re o servitore…”
“Tocca a te, vai!” Disse ad un tratto Essien da dietro il sipario.
Un attimo dopo una sagoma apparve sul palcoscenico.
Bello come il Sole, meravigliosamente abbigliato e con lo sguardo verso quel balcone.
“Ecco, Colombina!” Disse così Renart appena giunto.
Si avvicinò al balcone e si arrampicò fino a raggiungere Colombina, dove ricevette il premio più ambito: il suo bacio.
Il pubblico allora saltò su applaudendo con entusiasmo.
E nel clamore generale, sotto il balcone di Colombina, un’ombra, resa opaca dalla bellezza di Renart, svanì nell’abbraccio della notte.
“Molto bene!” Esclamò Essien, appena calato il sipario. “Siete stati tutti molto bravi! Anche tu, Renart! E tu, Talia… sei sempre deliziosa!”
E mentre la compagnia si complimentava e festeggiava, Tafferuille si avviò, solitario, verso il retro di quel teatro improvvisato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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