Le parole di Chantal.
Erano fiamme, folgori e maledizioni sugli ideali repubblicani.
Quelle parole rappresentavano tutto ciò che la repubblica odiava e condannava.
I suoi occhi.
Chantal conteneva in essi tutto il disprezzo verso quell’uomo e verso i valori che rappresentava.
E più parlava, più i suoi pugni si serravano.
Ad un tratto un urlo.
Il procuratore prese il pugno di Chantal e lo strinse come a volerlo frantumare nelle sue mani.
“Taci, stolta ragazza!” Urlò. “Non sai nemmeno cosa stai dicendo! Non hai rispetto dei veri martiri! Quei martiri resi tali perché osteggiavano il potere occulto della tua Chiesa! Dipingete il vostro Dio come misericordioso e giusto, ma poi fate dell’intolleranza la vostra arma più temibile! Dio non esiste! Non dimora nessuno oltre le nuvole, se non il Sole e gli altri pianeti che formano l’universo!”
Ansimava.
Aveva parlato con odio.
Un odio primordiale che i Ginestrini si portavano dentro.
Un odio che aveva rappresentato la loro vera forza.
“Dio non esiste!” Gridò ancora. “Ma esiste l’inferno! Si, quello si… ed è la giusta dimora per quelli come te e tuo zio…” corse allora a sedersi e cominciò a scrivere qualcosa su un foglio di carta.
Suonò poi il campanellino che aveva sul tavolo.
Un attimo dopo un soldato entrò nella stanza.
“Porta via questa prigioniera.” Ordinò il procuratore. “Domattina poi voglio che venga rinchiusa nella Fortezza di Arbou.”
E mentre la guardia portava via Chantal, il procuratore, fissandola, le disse:
“L’imperatore Diocleziano è passato alla storia per aver dato alla tua Chiesa un gran numero di martiri…” sorrise con un ghigno “… ma io ho l’ambizione di fare meglio… ma non vi renderò martiri agli occhi della storia… no, perché quando avrò finito con voi credenti, la storia non si ricorderà neanche più di voi…”
La guardia allora condusse via Chantal, mentre la delirante risata del procuratore echeggiava in quella tetra e cupa atmosfera.
Qualche istante dopo, Chantal si ritrovò in una cella umida e semibuia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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