La loquacità di Tyler mi sorprese. Non era solito abbandonarsi a simili discorsi.
MI sembrò di percepire un'apertura nella dura corazza che lo proteggeva dal mondo esterno. Ciò mi rese felice, ma nel contempo inquieta.
Non volevo si ripetesse ciò che era accaduto a Beauchamps. Avevo bisogno della sua amicizia e della sua vicinanza, ma non era necessario complicare le cose ravvivando la speranza in qualcosa che non avrebbe mai potuto avere un lieto fine. Non credevo più nelle favole.
Scostai la mano dalla sua, con gentilezza.
"Grazie, Tyler..." gli sorrisi "Ciò che dici mi infonde coraggio..."
Spronai il cavallo e avanzai verso la strada che conduceva al castello.
Osservai da quell'altezza ciò che accadeva in basso, nella baia: eccolo lì, il porto. Una strada scendeva dolcemente dall'altra parte della scogliera, dove lo strapiombo si addolciva, e conduceva a un borgo illuminato e pieno di vita. Alcune navi erano attraccate al molo. Sembrava in arrivo una tempesta. A largo già si notavano i bagliori dei lampi. Ma l'insenatura della baia avrebbe protetto gli abitanti di Trafford Bridge.
Giunti alla porta delle mura che circondavano il castello, lasciai che fosse Tyler a parlare per annunciare la nostra presenza.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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