Tyler fissò prima quello scenario desolato, poi Melisendra.
“Si, è molto diverso dalla tua casa di Animos…” mormorò “… ma credo che un luogo non sia poi così diverso da un uomo… un uomo solo è infatti spesso cupo, malinconico, deluso, disilluso, carico di rabbia… è allo stesso modo queste terre, abbandonate ed ignorate per chissà quanto tempo, ora ci appaiono tetre, lugubri e desolate… questo luogo, Melisendra, è intimamente legato a te… sulla sua terra, oggi arida e battuta da questo vento inclemente, vi è la fatica ed il sudore della tua gente, della tua famiglia… è come un figlio abbandonato ed ora ritrovato… oggi è tutto ciò che ti resta… e deve essere la tua forza… devi trarre forza da essa… dalla terra cupa e ferita di Trafford Bridge… essa ha la tua anima, ora sta a te dare a questa terra anche il tuo volto. Io so che puoi farcela, Melisendra.”
Tyler allora sfiorò la mano di Melisendra, mentre il vento scuoteva e gonfiava i lunghi capelli rossi di lei, sotto un cielo reso purpureo ed inquieto dagli ultimi bagliori del Sole morente.
