Discussione: Il Giglio Verde
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 15-10-2011, 16.11.55   #654
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Renart li vide da lontano.
Riconobbe Talia e cominciò a chiamarla, per poi raggiungerli.
“Ehi,, ma dove eri finita?” Chiese. “Sono qui da un pezzo! E questo chi è?” Voltandosi verso l’uomo col cappuccio.
Ma questi, senza rispondere nulla, continuò a camminare, dirigendosi dove era accampata la compagnia.
“Ma chi diavolo era quello?” Domandò di nuovo Renart a Talia.
“Ma come, Renart... non riconosci più il nostro amico Tafferuille?” gli sussurrai scherzosamente, appoggiandomi al suo braccio e dirigendomi con lui verso il carrozzone.
“Come vedi, sono riuscita a trovarlo...” proseguii dopo un istante, sempre con lo stesso tono “...anche se, forse, sarebbe più corretto dire che è stato lui a trovare me, piuttosto!”
I miei occhi corsero avanti e studiarono per qualche istante l’uomo dal lungo e pesante mantello, che ci precedeva di svariati passi...
“Ma in fondo questi sono dettagli!” soggiunsi, parlando quasi più a me stessa che non al soldato al mio braccio “Ciò che conta alla fine è che adesso io e lui, che la cosa gli piaccia o no, siamo sulla stessa barca... una barca dalla quale io non ho la pur minima intenzione di scendere... almeno non finché la cosa potrebbe essere utile!”

“E tu chi sei?”
Quei due occhi nerissimi e profondi mi avevano studiata per molti minuti prima di formulare quella domanda... io addirizzai la schiena con aria di sfida e mi sforzai di sostenere il suo sguardo, ma non risposi.
“So io chi è!” disse ad un tratto la voce sgradevole di Gwendaline Dupont, la figlia del carpentiere “E’ una dell’Istituto! Che cosa ci è venuta a fare qui?”
“Quelle dell’Istituto non scendono mai in città!” aggiunse un altro “Perché è qui, allora?”
“Si...” rincarò un’altra ragazza, con i capelli rossicci e troppe lentiggini sul naso “E quando vengono, comunque, se ne stanno tra loro. Non giocano mai con noi!”
“E’ vero!” mi incalzò, scuotendomi leggermente, uno dei ragazzini che mi stavano stingendo le braccia. Mi avevano sorpresa, qualche momento prima, aggirarmi intorno alla vecchia capanna di pesca, il loro quartier generale, il luogo in cui erano soliti incontrarsi ogni giorno, così mi avevano presa e mi avevano portata di fronte agli altri, quasi fossi una prigioniera di guerra.
Il ragazzo che stava al centro del gruppo e che, con ogni evidenza, doveva essere il loro capo fece loro un cenno, al quale tutti tacquero...
“E’ vero?” disse poi, senza staccare quegli occhi inquisitori dalla mia faccia neanche per un istante “Vivi all’Istituto?”
“Si!” risposi.
“Che cosa sei venuta a fare qui, allora?”
Osservai qualche istante di silenzio, certa che la tensione intorno a me stesse crescendo, poi iniziai a parlare, quasi con noncuranza: “Vi ho sentiti dire che avete intenzione di salire su al vecchio faro... Il faro è abbandonato da tantissimi anni e nessuno c’è mai entrato dentro...”
“E allora?” domandò lui, muovendo quasi inconsciamente una mano a scapigliarsi i capelli corvini.
Sorrisi come chi è certo del proprio vantaggio, poi infilai la mano in una delle tasche del mio soprabito e ne estrassi una grossa chiave...
“Io posso farvi entrare!” esclamai.
Un improvviso brusio si levò sul gruppo...
“Chi dice che sia la vera chiave?” disse qualcuno.
“Si, ma... il vecchio faro...” rispose qualcun altro.
“E se fosse solo un trucco per farci sorprendere e sgridare?” domandò Gwendaline.
“E se volesse solo prendersi gioco di noi?” piano un’altra ragazzina.
Il ragazzo dagli occhi neri, che era rimasto in silenzio per qualche momento, saltò giù dal tavolo su cui si trovava e mi venne di fronte; era più alto di me e i suoi occhi neri, visti da vicino, incutevano una sorta di indistinta soggezione...
“E’ davvero la chiave del faro?” domandò, fissandomi.
“Sì!”
“Che cosa vuoi in cambio?”
“Voglio venire con voi!”
“Come ti chiami?”
“Talia... e tu ti chiami Philip, lo so!”
Lui mi scrutò per qualche lungo minuto, valutandomi... infine un vago, enigmatico sorriso sghembo gli si allargò sul volto.
“Sei irrispettosa e testarda, sei determinata, ostinata e sicura di te... perciò mi piaci!” mormorò.
Senza aggiungere altro si voltò e fronteggiò gli altri...
“Io dico che Talia è a posto!” sentenziò “Da oggi è con noi!”

Per qualche momento quel ricordo occupò totalmente la mia testa, in modo tanto potente da farmi dimenticare tutto il resto... Philip e il nostro primo incontro, sembrava essere passato un secolo da allora... sembrava essere passato un secolo da quando vivevo all’Istituto...
Chiusi gli occhi, tuttavia, e mi sforzai di mettere da parte quel ricordo per tornare al presente.
“Ma perché perder tempo a parlare di questo?” domandai, tornando a guardare Renart e sforzandomi di apparire naturale “Dimmi piuttosto, mio valente soldato... è stata gradevole la tua permanenza alla taverna?” soggiunsi, non senza una punta di malizia.
__________________
** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

Talia non è connesso