Il procuratore della Repubblica di Magnus.
Era un uomo magro, dai capelli di un pallido simile ad uno sbiadito color paglia.
Gli occhi piccoli e chiari, il viso allungato e le labbra sottili.
Appena vide Chantal, cosi fiera e determinata, fronteggiarlo senza soggezione e timore, l’uomo si tolse quella sua maschera fatta di formale cortesia, per indossarne una più austera e solenne, come se fosse pienamente conscio del suo ruolo di sommo giudice dei suoi simili.
A Magnus i Ginestrini avevano sostituito Dio ed i precetti della Sua Chiesa con i dogmi della Ragione ed il procuratore Robert De Bodien, questo il nome del magistrato che Chantal si trovò davanti, aveva piena coscienza di tutto ciò.
Robert, davanti alle parole della giovane, si accomodò subito al suo scrittoio e cercò tra i registri il nome dell’uomo nominato da lei.
“Adam de la Merci…” leggendo ad alta voce “… si, è stato portato qui stanotte…” alzò poi gli occhi sulla ragazza “… ebbene, mademoiselle, qual’è dunque il motivo della vostra visita? Sinceramente siete stata estremamente chiara ed esaustiva… tanto da rendere quasi superfluo il mio ruolo…” chiuse i registri “… il ruolo del procuratore della repubblica è quello, sommo ed assoluto, di illuminare la ragione umana con i dogmi della giustizia… ma voi lo avete fatto benissimo al posto mio… avete chiaramente detto chi era l’uomo condotto qui e che ora ne chiedete la liberazione…” si alzò e cominciò a camminare intorno a Chantal “… padre Adam lo avete chiamato… un chierico dunque… non sapete che la rivoluzione ha sciolto ogni ordine religioso? Ignorate dunque che ogni forma di superstizione, di stregoneria e cialtroneria, atta a rendere l’uomo schiavo dell’ignoranza e dell’irrazionalità è stata messa fuorilegge? Ovviamente in questo vanno incluse tutte le credenze religiose…” si fermò proprio alle spalle di Chantal e vi restò alcuni istanti senza dire nulla.
“Forse voi, come dite, rifiutate e magari disprezzate i valori della repubblica…” riprese “… ma essi sono reali, come lo siamo io e voi adesso… ed è compito mio farli rispettare…con le parole se posso, con le azioni se devo.” Aggiunse con un tono che si sforzava di rendere quasi sinistramente profetico.
