Missan si toccò la guancia colpita da Gaynor.
La fissò ed ebbe un impeto di rabbia.
“Sciocca!” Afferrandola per le braccia. “Credi davvero che mi manchino i mezzi per farti rimangiare questo tuo odio? Credi davvero che non abbia il potere di farti torturare fino a sentirti gridare parole di pietà ed amore verso di me?” La fissò per un istante che alla ragazza parve infinito.
Poi, improvvisamente, quella morsa si allentò.
Missan la lasciò e si avvicinò ad una delle finestre.
“Non dimenticare mai ciò che io ho fatto per te…” mormorò guardando la campagna avvolta nel silenzio della notte “… grazie a me tu sei entrata nel partito dei Ginestrini… ti sono stato accanto in ogni momento… ti ho protetta, difesa e proposta ai vertici del governo… dimentichi quando mi ferirono nella guerriglia scoppiata a rue du Tucaire? La sciabola di quel soldato era destinata a te… e fu il mio corpo a farti da scudo… chi ti ha introdotto in questo mondo fatto di ideali, libertà ed uguaglianza? Tu forse avrai dimenticato le lunghe chiacchierate, le letture che facevamo nel palazzo delle Ginestre… io invece no, non l’ho dimenticato… chi ti ha insegnato a tirare di spada?”
Si voltò fissandola di nuovo.
“Stai cambiando, Gaynor…” sussurrò “… qualcosa in te sta mutando… lo leggo chiaramente nei tuoi occhi… il mio è stato un impulso, un impeto di rabbia… sono stato ospitato tante volte a casa tua… la tua famiglia mi è cara come fosse la mia… non potrei mai farvi del male…” il suo sguardo finì sulla lettera che era sul tavolo “… prendi quella lettera e portala a De Jeon… la repubblica ha bisogno di noi… lo gridano i suoi ideali ed il sangue dei suoi martiri… va, Gaynor… va e torna presto…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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