“Capisco, siete una filosofa, madame…” disse il taverniere ad Elisabeth, mandando giù l’ultimo sorso di vino nel suo bicchiere “… beh…” continuò “… sappiate che l’uomo che chiamate Monsieur è diverso da tutti gli altri… in lui il bene ed il male sembrano annullarsi… ha un codice di comportamento tutto suo… un codice che farebbe impallidire un chierico e infuriare un soldato… egli è un uomo di un’altra epoca, capace di amare ed odiare come nessun altro… è un filosofo, un contrabbandiere, un guerriero, talvolta persino un poeta… vive in un mondo suo, un mondo che sembra aver smarrito… è un Ulisse che vaga in balia delle miserie di questo mondo, che come onde tentano di avvilirlo… è un Enea che sulle spalle porta un Anchise fatto di dolore e malinconia…è un Cesare che oltrepassa ogni giorno il Rubiconde che separa il mondo dei vivi da quello dei morti…” la fissò “… egli è il tipo d’uomo che, se io fossi donna, non potrei fare a meno di innamorarmene…” sorrise “… ma che stupido!” Esclamò. “Sono in compagnia di una bella donna e perdo tempo parlando di un altro uomo!” Cambiò poi di colpo espressione. “Per Giove!” Alzandosi di scatto. “Dimenticavo i Salmi del prete!” E corse a prendere un libro nella vecchia credenza davanti a loro. “Questo libro di Salmi mi fu consegnato un mese fa da un prete… era un uomo strano… troppo affascinante per essere un chierico, ma troppo dotto per essere un nobile… mi disse di darlo solo ad una persona, che prima o poi sarebbe di certo passata da qui… e sapete chi è quella persona alla quale consegnare questo libro? Il vostro Monsieur…” fissando Elisabeth.