La navata di quella chiesetta era semibuia e tutto appariva sfocato in quell'austera penombra.
“In prestito?” Ripeté quell’ombra il cui volto era coperto da buio. “Mi credi tanto sciocco, ragazzo? Stavi rubando… rubando nella casa del Signore… e questo porta alla dannazione…”
Dalla penombra allora emersero i suoi occhi azzurri e luminosi, come attraversati da uno scintillio di mille folgori.
“Io chi sono?” Fissando con quei suoi occhi Cavaliere25. “Sono una di queste statue” indicando con una mano i Santi che si trovavano lungo le pareti della navata “che si è animata per punirti…”
Ed infatti, una delle nicchie che ospitavano le statue dei Santi era vuota…
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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