Cavaliere dell'intelletto,
vi ringrazio per avere capito l'assenza del silenzio di cui ho parlato e soprattutto vi ringrazio per l'uso della citazione di Alcunio, che in un altro passaggio temporale ed in un altro spazio, mi ha fatto tornare alla mente le immortali parole di passaggio del mio caro amico fragile...
p.s. leggete bene giovani viandanti, era il 1968...è uno dei tanti regali che ci ha lasciato impressi nel cuore.
Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.
Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.
("Tutti morimmo a stento" - INVERNO - Ed.Ricordi 1968 Fabrizio De Andrè)
Taliesin, il bardo