Lyo aveva ascoltato le parole della vecchia zingara, senza però badare troppo al loro significato.
Era un giovane cavaliere abituato ad affrontare situazioni reali, concrete ed era dunque piuttosto difficile che si lasciasse scuotere da quel genere di discorsi.
“Non temete, milady…” sorridendo ad Altea “… quella vecchia zingara non mi ha impressionato affatto con le sue chiacchiere.”
In verità i pensieri di Lyo erano occupati da tutt’altra cosa.
Il nostro giovane cavaliere infatti, sin dal primo momento, era rimasto affascinato dalla bella Altea.
La donna era una bellezza celtica, dai capelli rossi e gli occhi chiari.
La bella bianchissima e l’aspetto sognante, come se fosse giunta da uno di quei posti magici che tanti bardi e cantori bretoni immortalavano nei loro racconti.
Un mondo fatato, fatto di spiriti e folletti celati fra secolari alberi e incantati laghi intrisi di antichissimi miti, di tempi lontani, addormentati come la civiltà che li aveva partoriti.
L’invito allora di Altea gli sembrò un insperato dono della sorte.
Accettando avrebbe trascorso altro tempo solo con lei.
“Un druido presso una cascata…” fissandola incuriosito “… che cosa affascinante… io non ho mai conosciuto un druido… sinceramente credevo esistessero solo nei miti e nei racconti di qualche vecchio bardo bretone… e sia!” Esclamò. “Perché no! Indicatemi la strada per giungere a quella cascata e ci andremo subito, milady!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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