Cittadino di Camelot
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"Chantal!Chantal!"
Cosa potesse rappresentare quella voce,il frutto della paura che le reggeva il cuore,forse,a generare quei suoni.
Lo ignorava Chantal,non poteva scindere quell'invocazione con lucidità,il petto le ansimava e quella voce si confondeva con i suoi affannosi respiri.
Si rialzò in fretta e percorse tutto il passaggio,lo faceva a singhiozzi,chinandosi,per tastare al buio il suolo freddo e umido e per riprendere fiato.
E solo quando scorse una fonte luminosa,riprese respiro.
Proveniva dai bagliori della Luna,una Luna folgorante che reclamava il suo posto nel cielo,inimicandosi Aurora che stava giungendo a confiscarle il regno nelle ore durante le quali avrebbe governato il Sole.La luce filtrava da un'apertura posta in alto.
Si ritrovò,infatti,in una cappella cinta di colonne di marmo polissandro blu nuvolato,e lastricata in beola bianca che appariva argentea sotto i riflessi della luce che proveniva dalla fessura posta al centro della cupola tutta ornata di tessere opaline,come una volta celeste artificiale.Era palese che la mano dell'uomo governasse quel luogo con devozione e cura,non ardeva alcun cero ma vi erano dei vasi adorni di rose bianche freschissime disposti su un altare retto da due colonnine rivestite di tessere ordinate in spirali alterne dorate e blu saturo.Chantal non intravedeva nulla che la riconducesse ad una figura tangibile,ma era certa che qualcuno avesse visitato la cappella quel giorno stesso,e quelle rose,appena raccolte,ne erano testimonianza.Si girò intorno con la stessa stereotipia di un animale in gabbia,ai suoi occhi si mostravano affreschi nei toni del turchese e dell'indaco che rappresentavano scene marine con una Madonna,affrescata proprio alla sommità dell'altare,mentre sorge dalle acque,e ai suoi lati marinai in barca remanti verso di lei.La luce bluette e perlacea che penetrava dall'alto sembrava conferire vita a quelle immagini,voce a quelle figure ,e movimento alla Vergine Beata.
Ma Chantal cercava una via d'accesso all'esterno,e non trovò altro che mura solide e impenetrabili,l'unica apertura palese ai suoi occhi era quella posta nella cupola,molto in alto.
Si domandava come fosse possibile che non l'avesse mai veduto prima quell'ambiente,come vi si giungesse per vie esterne e non attraverso il passaggio che aveva percorso,e da quale ala della sua casa sarebbe stato possibile raggiungerlo.
Ma le sue domande non trovarono risposta.Aveva percorso quel cunicolo tutta la notte,e di corsa,sebbene cedendo a tratti alla sua angoscia,quindi,forse,s'era portata molto lontano,chissà quanto lontano da casa sua.
Era smarrita.
E aveva freddo.
Le tremavano le mani che ancora reggevano la lettera,e le braccia che cingevano il vasetto erano irrigidite.
Si guardò intorno con sgomento e fu colta da un pensiero irrazionale,inquietante,ma l'unico che riuscisse a formulare nella mente in quegli attimi.Avrebbe dovuto rifare il percorso inverso e tornare nella sua casa,poichè da lì non sarebbe uscita altrimenti.
Sì voltò,allora,verso il vano che le permettesse di imboccare il cunicolo dal quale era giunta.
D'un tratto si irrigidì,il fiato si sospese,e le sue pupille si dilatarano.Muovendosi rapidamente s'era punta con qualcosa di acuminoso che aveva acuito in lei la paura che già la possedeva.Era una rosa sotto i suoi piedi.Ed era certa che al suo arrivo non vi fosse stata,essendo lei passata proprio di lì.
Sgomenta,rabbrividita e fremente,si chinò per raccoglierla,la piccola ferita stillava sangue e la rosa era bianca,come tutte le altre.Appena raccolta.
"Chantal!"Udì ancora.
Ma,questa volta,quella voce era reale ed impetuosa.
Alzò lo sguardo e rimase impietrita.
Intanto,prendeva ad albeggiava attraverso il foro in alto che lasciava intravedere uno scorcio di cielo che diceva addio alla Luna per quella notte.
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